Neringa Mikalauskienė, autrice della raccolta di fiabe "Amber Heart," ha vinto la sua prima battaglia – il tribunale dovrà ora riesaminare se le favole con personaggi omosessuali possano essere considerate dannose nei confronti dei minori o se semplicemente non promuovano tolleranza nei confronti dei gay.
Il Tribunale Supremo Lituano ha annullato la sentenza del Tribunale Distrettuale e del Tribunale Regionale di Vilnius, riaprendo così il procedimento.
Un bersaglio da censurare
Il caso arrivato alla fine alla Corte Suprema ha ripercorso a ritroso tutte le fasi, fino al 2014, quando l'editore di “Amber Heart,” l'Università Lituana di Scienze dell'Educazione, aveva sospeso tutte le pubblicazioni e definito pubblicamente la raccolta di fiabe “propaganda omosessuale.”
In un parere successivo, l'Ufficio dell'Ispettorato dell'Etica Giornalistica aveva concluso che la raccolta di fiabe fosse dannosa per i bambini di età inferiore ai 14 anni in quanto promuoveva una versione di famiglia diversa da quella prevista dalla Costituzione della Repubblica di Lituania.
Dopo che Mikalauskienė (che scrive sotto lo pseudonimo di Neringa Dangvydė), aveva presentato una denuncia in tribunale, l'Università Lituana di Scienze dell'Educazione aveva dichiarato di non avere alcun obbligo a distribuire un libro che essa stessa aveva pubblicato, nonostante il Ministro della Cultura avesse erogato un fondo per la pubblicazione. L'università infine aveva ceduto e ricominciato la distribuzione, ma attribuendo al libro una classificazione “N-14” (destinato a un pubblico maggiore di 14 anni).
Per Mikalauskienė tale classificazione è offensiva per lei in qualità di specialista nella letteratura per l'infanzia e l'informazione sull'omosessualità non può essere considerata dannosa.
Tribunali di primo e secondo grado: nessuna discriminazione
La Corte Suprema ha stabilito che in realtà è dovere dei giudici valutare se “Amber Heart” potesse essere dannoso per i minori o se invece promuovesse meramente tolleranza per i diversi orientamenti sessuali.
I tre giudici che hanno valutato il caso hanno sottolineato che il rifiuto dei tribunali di primo e secondo grado di esaminare la richiesta della signora Mikalauskienė, in particolare il fatto che la distribuzione fosse stata sospesa a causa di discriminazione in base all'orientamento sessuale, sia stata irragionevole.
La Corte ha anche espresso il proprio dissenso sul fatto che i tribunali di primo e secondo grado non abbiano esaminato essi stessi i contenuti del libro, basando le proprie decisioni esclusivamente sul parere dell'Ufficio dell'Ispettorato dell'Etica Giornalistica, senza valutare se tale parere fosse ragionevole e se una tale limitazione fosse proporzionata rispetto all'interesse dei minori. La Corte ha inoltre ritenuto che l'onere della prova riguardo alla discriminazione sia stato irragionevolmente spostato sulla scrittrice.
Nuovo processo
"Nel mio libro sono presenti sia famiglie eterosessuali felici che famiglie omosessuali felici. Quindi si tratta in realtà di promuovere tolleranza per i diversi orientamenti sessuali e dimostrare che la responsabilità, il rispetto per gli altri e la lealtà sono valori condivisi da tutti,” ha dichiarato Mikalauskienė al momento della pubblicazione della sentenza.
"Quando la corte di appello riesaminerà il caso, dovrà stabilire se ci fossero le basi per interrompere la pubblicazione di “Amber Heart”, se le restrizioni volute dall'editore fossero proporzionate e se l'editore, sospendendo la pubblicazione, non abbia discriminato l'autrice,” ha dichiarato l'avvocato Akvilė Bužinskaitė, che ha contribuito a redigere la il ricorso insieme agli avvocati delle ONG.
Il caso adesso ritornerà al tribunale regionale, dove si deciderà il destino ultimo del libro.
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