Liberties
e EDRi hanno inviato una lettera aperta con la quale chiedono ai
deputati del Parlamento Europeo di ritirare l'articolo 13 dalla bozza di direttiva sui diritti d'autore. La lettera è stata firmata da 57
organizzazioni per i diritti umani e per i diritti digitali.
La Commissione Europea ha presentato una proposta che obbligherebbe le società internet che condividono e archiviano contenuti generati dagli utenti, come le piattaforme video o foto-sharing o persino i siti web di scrittura creativa, a filtrare i contenuti caricati sui loro servizi. I firmatari sostengono che la proposta porterebbe ad un eccessivo filtraggio e all'eliminazione dei contenuti e, allo stesso tempo, ad un controllo costante sull'attività on-line degli utenti. Queste condizioni violerebbero la libertà di espressione, la libertà di informazione e anche il diritto alla privacy. Pertanto, le organizzazioni chiedono ai membri del Parlamento Europeo di cancellare l'articolo 13 dalla proposta.
Ecco la nostra lettera aperta:
Caro Presidente Juncker,
Caro Presidente Tajani,
Caro Presidente Tusk,
Caro Primo Ministro Ratas,
Caro Primo Ministro Borissov,
Cari Ministri,
Caro Eurodeputato Voss,
Caro Eurodeputato Boni,
Gli stakeholder sottoscritti
rappresentano organizzazioni che si occupano di diritti
fondamentali.
I diritti fondamentali, la giustizia e lo stato di diritto sono intrinsecamente legati e costituiscono i valori fondamentali su cui è fondata l'UE. Ogni tentativo di ignorare questi valori compromette quella fiducia reciproca tra gli Stati membri necessaria all'UE per esistere e funzionare. Tali tentativi minano anche gli impegni assunti dall'Unione Europea e dai governi nazionali nei confronti dei cittadini.
L'articolo 13 della proposta relativa al diritto d'autore nel mercato unico digitale comprende obblighi per le società Internet che sarebbero impossibili da rispettare senza imporre restrizioni eccessive sui diritti fondamentali dei cittadini.
L'articolo 13 introduce per i fornitori di servizi Internet che condividono e archiviano contenuti generati dagli utenti, quali piattaforme video o foto-sharing o persino siti di scrittura creativa, nuovi obblighi inclusa l’imposizione di filtrare i contenuti caricati nei loro servizi. L'articolo 13 sembra suscitare una certa incertezza giuridica relativa al fatto che i servizi on-line non avranno altra scelta - per poter continuare la loro attività- che monitorare, filtrare e bloccare le comunicazioni dei cittadini dell'UE.
L'articolo 13 è in contraddizione con le norme vigenti e con la giurisprudenza della Corte di Giustizia. La Direttiva del Commercio Elettronico (2000/31 / EC) disciplina la responsabilità per le società internet che ospitano contenuti per conto dei propri utenti. Secondo le regole esistenti, è obbligatorio rimuovere qualsiasi contenuto che violi le norme in materia di copyright, una volta che questa violazione venga notificata al fornitore.
L'articolo 13 costringerebbe queste società a monitorare attivamente i contenuti dei loro utenti, il che contraddice il "nessun obbligo generale a monitorare" stabilito dalla direttiva sul commercio elettronico. Il requisito di installare un sistema per il filtraggio delle comunicazioni elettroniche è stato respinto due volte dalla Corte di Giustizia, nei casi Scarlet Extended (C 70/10) e Netlog / Sabam (C 360/10). Pertanto, una disposizione legislativa che imponga alle società Internet di installare un sistema di filtraggio sarebbe quasi certamente respinto dalla Corte perché sarebbe in contraddizione con l'esigenza di un giusto equilibrio tra il diritto alla proprietà intellettuale da un lato e la libertà di condurre affari e il diritto alla libertà di espressione, così come di ricevere o inviare informazioni, dall'altro.
In particolare, l'obbligo di filtrare i contenuti violerebbe la libertà di espressione di cui all'articolo 11 della Carta dei Diritti Fondamentali. Se le aziende internet saranno tenute ad applicare meccanismi di filtraggio per evitare responsabilità legali, lo faranno. Ciò porterebbe ad un eccessivo filtraggio e all'eliminazione dei contenuti e limiterebbe la libertà di comunicare da un lato e la libertà di ricevere informazioni dall'altra.
Qualora
la legislazione UE entrasse in conflitto con la Carta dei Diritti
Fondamentali, i tribunali costituzionali nazionali saranno
probabilmente tentati di disapplicarla e una regola del genere
potrebbe essere annullata dalla Corte di Giustizia. Questo
è quanto accaduto con la direttiva sulla conservazione dei dati
(2006/24 / CE), quando i legislatori dell'UE ignoravano i problemi di
compatibilità con la Carta dei Diritti Fondamentali. Nel 2014 la
Corte di Giustizia ha dichiarato invalida la direttiva sulla
conservazione dei dati in quanto violava la Carta.
Chiediamo ai responsabili politici di tenere conto di questi argomenti e di eliminare l'articolo 13.
Firmatari:
Civil Liberties Union for Europe (Liberties)
European Digital Rights (EDRi)
Access Info
ActiveWatch
Article 19
Associação D3 - Defesa dos Direitos Digitais
Associação Nacional para o Software Livre (ANSOL)
Association for Progressive Communications (APC)
Association for Technology and Internet (ApTI)
Asociación de Internautas
Association of the Defence of Human Rights in Romania (APADOR)
Associazione Antigone
Bangladesh NGOs Network for Radio and Communication (BNNRC)
Bits of Freedom (BoF)
BlueLink Foundation
Bulgarian Helsinki Committee
Center for Democracy & Technology (CDT)
Centre for Peace Studies
Centrum Cyfrowe
Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili (CILD)
Code for Croatia
COMMUNIA
Culture Action Europe
Electronic Frontier Foundation (EFF)
epicenter.works
Estonian Human Rights Centre
Freedom of the Press Foundation
Frënn vun der Ënn
Helsinki Foundation for Human Rights
Hermes Center for Transparency and Digital Human Rights
Human Rights Monitoring Institute
Human Rights Watch
Human Rights Without Frontiers
Hungarian Civil Liberties Union
Index on Censorship
International Partnership for Human Rights (IPHR)
International Service for Human Rights (ISHR)
JUMEN - Human Rights Work in Germany
Justice & Peace
La Quadrature du Net
Media Development Centre
Miklos Haraszti (Former OSCE Media Representative)
Modern Poland Foundation
Netherlands Helsinki Committee
One World Platform
Open Observatory of Network Interference (OONI)
Open Rights Group (ORG)
OpenMedia
Panoptykon
Plataforma en Defensa de la Libertad de Información (PDLI)
Reporters without Borders (RSF)
Rights International Spain
South East Europe Media Organisation (SEEMO)
South East European Network for Professionalization of Media (SEENPM)
Statewatch
The Right to Know Coalition of Nova Scotia (RTKNS)
Xnet
CC: Rappresentanti Permanenti e Vice-rappresentanti degli Stati Membri UE
CC: Presidenti delle Commissioni JURI e LIBE nel Parlamento Europeo
CC: Eurodeputati delle commissioni JURI e LIBE nel Parlamento Europeo
CC: Segretari delle Commissioni JURI e LIBE nel Parlamento Europeo
CC: Segretari del Council Working Party on Intellectual Property (Copyright)
CC: Segreatari del Council Working on Competition
CC: Segretari del Council Research Working Party