Liberties ha appena pubblicato un documento che analizza la proposta della Commissione per il programma Diritti e Valori comparandola con lo European Values Instrument (EVI) suggerito dal Parlamento Europeo e dalle organizzazioni della società civile e in che misura la proposta della Commissione segna un punto di svolta rispetto ai programmi di finanziamento Rights Equality e Citizenship (REC) e Europe for Citizens (EfC).
La proposta della Commissione garantisce la continuazione dei programmi di finanziamento esistenti, che sostanzialmente trattano le ONG come subappaltatori che aiutano la Commissione ad attuare le norme e le politiche dell'UE. In tal senso non include nessuno degli elementi dell'EVI che spingono verso la direzione di un settore non governativo propositivo e sostenibile in grado di promuovere e proteggere i valori contenuti nell'articolo 2 del Trattato sull'Unione Europea. In un clima di crescita dell'autoritarismo populista, la Commissione sembra buttar via l'ultima opportunità, considerato che i governi progressisti sono ancora in maggioranza nell'UE, per arginare l'ascesa dell'estrema destra attraverso l'adozione di misure significative per costruire un sostegno popolare alla democrazia, allo stato di diritto e ai diritti fondamentali.
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I principali aspetti trattati dal documento sono i seguenti:
- L'ambito di azione dell'EVI include attività che promuovono e proteggono gli standard legali europei e internazionali che garantiscono il pluralismo democratico, lo stato di diritto e i diritti fondamentali. Per contro, la proposta della Commissione ha una portata ben più limitata. In continuità con i programmi REC e EfC, la proposta limita il sostegno alla promozione di specifiche leggi e politiche UE o intervento a livello transnazionale o europeo.
- Le attività sostenute dall'EVI includono advocacy, monitoraggio e raccordo con gli organismi internazionali di supervisione, contenzioso, mobilitazione pubblica e formazione. L'EVI consentirebbe inoltre di incrementare la capacità del settore non governativo di comunicare con l'opinione pubblica in maniera efficace. La proposta della Commissione non include queste attività e continua a supportare ampiamente le stesse attività dei programmi REC e EfC.
- L'EVI fornirebbe finanziamento operativo alle ONG che operano a livello nazionale e locale, sulla base di un'interpretazione più flessibile del Regolamento Finanziario dell'UE, in modo da rimuovere gli ostacoli che incontrano le ONG, come i requisiti di ammissibilità e co-finanziamento, nonché gli oneri di rendicontazione. Questo potrebbe essere realizzato attraverso il ricorso ad organismi intermediari che potrebbero individuare fondi per le ONG più piccole. La proposta della Commissione non tiene conto di un'interpretazione più flessibile del regolamento finanziario, che è stato interpretato in modo più restrittivo, di fatto fino ad escludere le organizzazioni locali.
- I beneficiari dell'EVI sarebbero le ONG impegnate nel proteggere e promuovere i valori indicati nell'articolo 2 del Trattato dell'Unione Europea. L'ammontare dell'EVI corrisponderebbe al sostegno finanziario che l'UE dà alle ONG che promuovono questi valori nei paesi terzi. Vale a dire 2 miliardi di euro in 7 anni. La proposta della Commissione prevede un budget di 641 milioni di euro, dedicato non esclusivamente al finanziamento delle ONG, ma rivolto a qualunque organismo (pubblico o privato) negli Stati membri e a un ampio range di paesi terzi e organizzazioni internazionali.
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