Secondo un'indagine realizzata ad ottobre dal centro di ricerche sul mercato e l'opinione pubblica Vilmorus, la maggioranza assoluta (95%) dei cittadini lituani che ritiene che i propri diritti siano stati violati non ha sporto denuncia ad alcuna istituzione. Lo studio è stato commissionato dallo Human Rights Monitoring Insitute (HRMI).
Al contrario, negli anni precedenti un quinto o più degli intervistati aveva indicato la volontà di difendere i propri diritti (oltre il 18% nel 2012 e oltre il 22% nel 2010).
Come affermato dal direttore di HRMI Dovilė Šakalienė durante una conferenza stampa che si è tenuta il 10 dicembre, di questo 95%, la grande maggioranza – 66% - non ha intrapreso azioni perché non pensa che avrebbero avuto alcun effetto, mentre quasi un quinto non ha fatto nulla semplicemente perché non sapeva dove recarsi.
“Non dovremmo perdere tempo ad auto-flagellarci, pensando che il nostro stato non esista più e che qualunque fiducia nei suoi confronti sia mal riposta – noi stessi ci siamo imbattuti in forze antagoniste (la propaganda dell'Est che ostentava disprezzo verso i valori europei) con conseguenze dannose. Dobbiamo riconoscere questo, capirlo, ammetterlo e andare oltre, concentrandoci di più sulle persone che non sanno cosa fare e dove andare, dal momento che la consapevolezza pubblica delle istituzioni statali che sono responsabili della tutela dei diritti umani, che li difendono e forniscono aiuto è – francamente – deplorevole,” ha affermato la Šakalienė.
Lo studio ha anche rivelato che i cittadini lituani considerano il diritto ad un giusto processo come il diritto civile e politico più vulnerabile agli abusi (valutazione media su una scala di 10 punti – 6.47, dove 1 sta per meno vulnerabile e 10 sta per più vulnerabile).
Secondo HRMI, rispetto allo studio del 2012, c'è una tendenza crescente a comprendere la vulnerabilità di tutti i diritti oggetto dell'indagine. In particolare, si è registrato un aumento del numero dei cittadini che ritengono che quello più vulnerabile sia il diritto al rispetto della privacy (6.11 nel 2014, 5.25 nel 2012).