Il 19 giugno la Corte Europea dei Diritti Umani ha dichiarato che l'intercettazione in massa di comunicazioni da parte della Svezia è conforme alla Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Nella sentenza sul caso Centrum för rättvisa v. Sweden, la Corte di Strasburgo ha ritenuto, all'unanimità, che non c'è stata violazione dell'articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza), della Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Diritto alla privacy
Il caso riguardava un ricorso presentato da uno studio legale secondo cui la legge che permette l'intercettazione di massa di dati elettronici in Svezia a scopo di condivisione con servizi di intelligence stranieri viola il diritto alla privacy.
La corte ha valutato che la legge in questione prevede un sistema di sorveglianza segreta che potenzialmente può riguardare tutti gli utenti di telefonia mobile e di internet, senza previa notifica. Inoltre, non vi è alcun meccanismo di rimedio interno che il soggetto possa attivare nel caso in cui le sue comunicazioni vengano intercettate.
Su queste basi, la corte ha ritenuto giustificato esaminare la legge in astratto. Lo studio legale era legittimato a denunciare di essere stato vittima di violazione della convenzione, sebbene non abbia intentato alcuna causa interna o presentato un'accusa concreta che le sue comunicazioni fossero davvero state intercettate.
Garanzie sufficienti contro gli abusi
La mera esistenza della legge non significa di per sé un'interferenza con i diritti tutelati dall'articolo 8. La corte ha ritenuto che, sebbene ci siano margini di miglioramento, nel complesso il sistema svedese delle intercettazioni di massa fornisce garanzie adeguate e sufficienti contro l'arbitrarietà e il rischio di abusi.
In particolare, l'ambito delle misure di intelligence e del trattamento dei dati intercettati sono chiaramente definiti nella legge, l'autorizzazione ad intercettare deve essere concessa da un giudice dopo un esame dettagliato, è possibile solo in caso di comunicazioni che oltrepassano i confini svedesi e non che restano all'interno del paese, può coprire al massimo un periodo di sei mesi e qualunque rinnovo richiede un riesame.
Inoltre, ci sono vari organismi indipendenti, in particolare un ispettorato, con il compito di supervisionare e monitorare il sistema.
Sicurezza nazionale
Da ultimo, la mancanza di notificazione delle misure di sorveglianza è compensata dal fatto che esistono vari meccanismi di ricorso disponibili, in particolare attraverso l'ispettorato, l'Ombudsman parlamentare e il Chancellor of Justice.
Nelle conclusioni, la corte prende in considerazione i poteri discrezionali dello stato nel proteggere la sicurezza nazionale, soprattutto considerate le minacce attuali determinate dal terrorismo globale e dai crimini legati all'attraversamento dei confini.