L'Ungheria e la protezione dei dati
L'Ungheria, prima tra i paesi che sono entrati nell'UE nel 2004, ha raggiunto gli standard europei sulla privacy già nel 2000. L'Ungheria ha aggiornato le sue norme sulla privacy adottando una nuova legge nel luglio 2003. Sebbene tali norme soddisfacessero i requisiti della direttiva sulla protezione dei dati dell'UE del 1995, alcuni dubbi riguardanti l'indipendenza dell'autorità per la protezione dei dati hanno messo in discussione l'impegno del paese sulla privacy.
Un'occasione unica per ripristinare questo impegno è rappresentata dall'applicazione diretta e dall'attuazione del decreto generale sulla protezione dei dati. Sulla base del progetto di legge, però, sembra che l'Ungheria sia pronta a fare solo i cambiamenti necessari. La proposta contiene solo le norme minime necessarie per il rispetto del decreto. Di seguito riportiamo le raccomandazioni su come estendere e rafforzare il quadro normativo della proposta.
Attuazione
Al fine di ripristinare il controllo degli utenti sui propri dati personali, il decreto generale sulla protezione dei dati garantisce diritti di privacy unificati e ad alto livello per gli utenti in tutta l'Unione europea. La legislazione riduce gli oneri amministrativi delle società che forniscono servizi all'interno dell'Unione europea e specifica gli obblighi e le responsabilità delle imprese. Le opportunità e i vantaggi che si trovano nel decreto generale sulla protezione dei dati possono essere sfruttati appieno dagli utenti solo in caso di implementazione determinata, unificata e integrata. Ciò riguarda per esempio l'uguale accesso degli utenti alla giustizia e ad alcuni meccanismi di ricorso giudiziario.
Il decreto generale sulla protezione dei dati offre un'occasione unica per stabilire meccanismi di attuazione forti e integrati. Affinché il decreto generale stabilisca il livello più elevato di garanzie in materia di protezione dei dati, l'Ungheria dovrebbe integrare tra i regolamenti esecutivi i seguenti aspetti.
L'indipendenza dell'autorità per la protezione dei dati
I regolamenti esecutivi prevedono il cosiddetto meccanismo di cooperazione e l'istituzione dell'Agenzia europea per la protezione dei dati. Inoltre estendono la competenza delle autorità di protezione dei dati, che, ad esempio, possono imporre sanzioni significative con un effetto deterrente in caso di comportamento illecito.
Ai fini di una efficace applicazione e attuazione, l'Ungheria deve garantire la piena indipendenza del NADPFI (Autorità nazionale per la protezione dei dati e la libertà di informazione). Oltre alle ridotte opportunità di intervento in ambito pubblico e alle minacce dello stato di diritto, una questione critica è rappresentata dalla competenza e dall'indipendenza dell'autorità per la protezione dei dati.
Qualunque cambiamento che porti ad un ulteriore diminuzione dell'importanza dell'autorità di protezione della privacy è inaccettabile. Inoltre, l'Ungheria deve garantire le risorse necessarie per lo svolgimento delle attività dell'autorità della protezione dei dati. Devono essere stanziati fondi sufficienti per mantenere il personale e garantire all'autorità di operare, migliorando anche la trasparenza delle sue attività.
La rappresentanza delle ONG e l'esecuzione dei ricorsi
Secondo l'indagine dell' Eurobarometro 2015, solo il 37% degli intervistati sapeva dell'esistenza dell'autorità per la protezione dei dati, mentre la maggioranza non sapeva come esercitare il proprio diritto a presentare ricorsi o a chi rivolgersi per chiedere aiuto.
Permettere alle ONG di rappresentare dei casi in tribunale migliorerà l'esercizio del diritto all'esercizio dell'azione legale. I casi rappresentati dalle ONG di solito sono caratterizzati da una maggiore efficacia delle indagini delle singole richieste e possono affiancarsi alle procedure avviate d'ufficio dall'autorità per la protezione dei dati. Nella bozza delle misure di attuazione l'Ungheria dovrebbe prevedere la possibilità che le ONG presentino ricorso in maniera indipendente dall'autorità o dai tribunali.
La discrezionalità degli stati membri
A differenza di quanto previsto dalla normativa, il decreto prevede una certa discrezionalità da parte degli Stati membri rispetto a determinate strutture giuridiche. Nell'applicare queste regole discrezionali è tuttavia estremamente importante proteggere il fulcro della legislazione in materia di protezione dei dati. Un gruppo di organizzazioni internazionali tra cui Access Now ha preparato una guida per gli Stati membri che contiene alcuni suggerimenti specifici.