Dumitru Dumbrava, Generale del Servizio di Intelligence Rumeno (SRI), ha incontrato la scorsa settimana la Commissione per la Tecnologia Informatica e delle Comunicazioni della Camera dei Deputati. Durante tale incontro, ha spiegato la posizione dell'SRI su come Internet dovrebbe essere normato in Romania e perché l'SRI ha già dato avvio al progetto di legge sulla cybersicurezza.
Secondo il Generale Dumbrava, la realtà virtuale in cui viviamo non ha più tempo di star dietro alla lentezza dei dibattiti parlamentari. Secondo il Generale Dumbrava, "Ogni secondo ci sono otto nuovi utenti Internet e 18 vittime di vari reati informatici. Ogni 24 ore, 250.000 codici dannosi sono scritti. Un virus Trojan può infettare 1.2 bilioni di pc oggi. Noi possiamo essere pazienti, ma la realtà virtuale non è paziente con noi. Quante vittime ci sono state in tutti i secondi che sono trascorsi nelle due settimane in cui abbiamo parlato di questa legge?"
Il progetto di legge sulla cybersicurezza consente il controllo di un computer anche se la persona in questione non ha commesso alcun reato e senza bisogno dell'autorizzazione di un giudice. L'adozione di tale progetto di legge comporterebbe che persone che non commettono crimini abbiano improvvisamente minori diritti e tutele rispetto a prima - minori, forse, anche rispetto a chi commette reati. In altri termini, la legge vuole che la logica e il buon senso siano rimpiazzati dalla sorveglianza permanente del Servizio di Intelligence.
Il capo dell'SRI sostiene che sia normale per l'SRI avere accesso a dati provenienti da pc infetti, perché questi computer possono essere usati dalla criminalità informatica senza che l'utente lo sappia (a causa dell'infezione di un virus). Il Generale Dumbrava ha aggiunto di non considerare essenziale l'autorizzazione di un giudice perché "se hai bisogno di riparare un computer, non vai prima dal giudice a chiedere il permesso per il tecnico informatico di aprire il tuo pc".
Vasile Oajdea MP del PP-DD: "Ciò che state proponendo assomiglia ad una violenza"
Quando ha sentito le parole del Generale Dumbrava, Vasile Oajdea, Membro del Parlamento (MP) del Partito del Popolo - Dan Diaconescu e Presidente della Commissione IT, ha affermato:
"Quanto si ripara un compuer, se ne assume il rischio. Ognuno ha il diritto di fare ciò che vuole con il proprio personal computer; altra cosa è quando qualcun'altro cerca di accedere con la forza. Ciò che state proponendo assomiglia ad una violenza. Perché non andate in strada ora e chiedete ad una ragazza se è daccordo a farsi fare un checkup del suo corpo?"
Florin Cosmoiu, rappresentante del Cyberint SRI, ha spiegato all'MP che la stretta sorveglianza dei computer privati migliora anche la reputazione della Romania nel mondo: "Molti computer e infrastrutture di enti privati, non di rilevanza nazionale, sono infetti e usati, senza il permesso dei proprietari, per attacchi cibernetici verso la Romania o altri paesi. La legge dà una serie di strumenti per creare obblighi per gli utenti, che sono tenuti a rimuovere le infezioni dai loro computer quando vengono individuate".
Ion Dinita, MP del PC: "Dopo l'India, la Romania ha le persone più dotate dell'intelligenza necessaria per lavorare con i computer"
Le opinioni dei membri della Commissione vanno da un pieno consenso sul bisogno di regolare Internet alla critica delle rivendicazioni dell'SRI. Ion Dinita, MP del Partito Conservatore, ritenendo che la reputazione della Romania sia "influenzata dal cybercrimine", insiste che la legge venga adottata per prevenire gli effetti negativi dell'uso di Internet, dannosi per l'immagine del paese. Questo dovrebbe essere fatto perché "dopo l'India, la Romania ha le persone più dotate dell'intelligenza necessaria per lavorare con i computer, e in queste condizioni abbiamo bisogno di leggi efficaci per promuovere solo cosa è buono, perché il male, sappiamo dove ci porta".
I rappresentanti di APADOR-CH, ApTI e Active Watch, che hanno partecipato all'incontro, hanno proposto emendamenti al progetto di legge (Emendamenti al progetto di legge sulla cybersicurezza). Essi hanno mostrato che, fronteggiando le stesse minaccie criminali, molti altri paesi dell'UE hanno preferito approcci più moderati nelle loro strategie sulla cybersicurezza e hanno scelto di non adottare leggi riguardanti l'uso di Internet. La società civile ha chiesto la non approvazione del progetto di legge, almeno finché una Direttiva Europea non si esprima sul tema. Molti parlamentari rumeni, all'unisono con i rappresentanti dell'SRI, hanno sostenuto che non c'è bisogno di aspettare un indirizzo da Bruxelles e hanno insistito sul fatto di avere abbastanza esperti per formulare e promulgare una solida legge sulla cybersicurezza.
Generale Dumbrava, SRI: "Proteggiamo Internet, che appartiene a tutti noi, non allo Stato rumeno"
Per comprendere meglio il bisogno di questa legge, il Generale Dumbrava ha paragonato l'uso di Internet alla guida di un'auto: "Immaginate che Internet sia una sistema di strade dove abbiamo delle macchine di proprietà pubblica - vigili del fuoco, militari, polizia - e auto di proprietà privata. Cosa accadrebbe se il Codice della Strada fosse applicabile soltanto alle istituzioni statali perché i cittadini privati hanno comprato le auto con i loro soldi, e fosse così loro concesso di schiantarsi contro camion dei pompieri e ambulanze? Ovviamente, i cittadini privati non hanno gli stessi obblighi delle istituzioni; tuttavia, quando entrano in una strada pubblica, o su Internet, gli obblighi sono gli stessi. Proteggiamo Internet, che appartiene a tutti noi, non allo Stato rumeno. [...] Io non vedo nulla di sbagliato nel regolamentare in parte un'area che è al momento una sorta di anarchia; se ragionassimo ora come facevamo all'inizio del secolo, useremmo ancora le carrozze a cavalli. Noi ora guidiamo in condizioni di sicurezza, ma, ripeto, questo è possibile solo perché i nostri proprietari di auto hanno l'obbligo di effettuare controlli tecnici ogni due anni, ed eventualmente riparazioni; mi secca pagare per questo, ma se è per questioni di sicurezza... Io registro la mia auto perché è bello sapere chi c'è al volante. "
Daniel Iane, MP del Partito Liberale Nazionale (PNL), ha affermato: "Internet è un'invenzione dei civili. Internet non è ARPANET [la rete militare creata da DARPA, il predecessore di Internet], le strade non appartengono ai militari, ma ai civili. L'esercito è entrato nelle nostre strade e questa è la differenza. Io capisco cosa state cercando di dire e vi rispondo che credo nelle... regolamentazioni non di Internet, ma del modo in cui è usato sia dai privati che dalle istituzioni statali. In secondo luogo, se mi permettete, lasciateci fare politica e produrre dichiarazioni politiche. Voi siete stati invitati qui come esperti, vi paghiamo, vi facciamo delle domande, e voi rispondete, ma non esprimete giudizi".
Iane ha insistito nel sapere dai rappresentanti dell'SRI se questo progetto di legge è stato attuato per via di una situazione di emergenza, minacce imminenti, o se la sua implementazione prematura è parte di una strategia a lungo termine dell'SRI.
- Daniel Iane: "Io capisco che ci siano minacce più grandi sul nostro paese. Può dirci quali sono queste minacce, o queste sono solo misure preventive che dobbiamo prendere per evitare problemi? Dal momento che avete applicato la legge, quanto imminente è questa minaccia?"
- Florin Cosmoiu, rappresentante del Cyberint SRI: "Le minacce cyber esistono da molti anni, la questione della cybersicurezza è al livello del CSAT dal 2006. La questione è presente e tutti gli aspetti sono stati fatti presenti ai decisori politici; è così che si è arrivati a questa strategia e alla necessità di far approvare questa legge al Parlamento".
- Daniel Iane: "Quindi è una questione di emergenza?"
- Florin Cosmoiu: "Lo è, e io sostengo fortemente questa affermazione!"
L'incontro del Comitato è stato concluso dal Presidente Vasile Oajdea, che ha promesso che i parlamentari discuteranno gli emendamenti proposti dalla società civile, e la legge seguirà il normale iter legislativo e sarà "una legge buona e razionale, che non abuserà dell'intimità dei cittadini".