Technologie e Diritti

Rifugiata riceve risarcimento per la sua permanenza in un centro di detenzione polacco

La detenzione di una donna iraniana richiedente asilo era ingiustificata e per questo deve essere risarcita, è quanto ha deciso un tribunale regionale polacco in una singolare sentenza contro il trattamento degli stranieri da parte del paese.

by Polish Helsinki Foundation for Human Rights
Foto: Stefano Corso - Flickr/CC content

Il tribunale regionale di Radom ha stabilito il risarcimento di una rifugiata iraniana per la sua permanenza ingiusta e illegittima in un centro di detenzione per migranti.

Temendo per la sua sicurezza, la donna aveva lasciato l'Iran nel 2011 e si era rifugiata nei Paesi Bassi. Avendo ottenuto in precedenza un visto polacco, la donna è stata quindi trasferita in Polonia per perfezionare la sua domanda per lo status di rifugiato secondo quanto prescritto dal diritto comunitario.

Subito dopo il suo trasferimento in Polonia, è stata fermata e portata nel centro di detenzione per migranti di Lesznowola.

“La ragione dichiarata per giustificare la [sua] detenzione in un centro per stranieri è stata il suo attraversamento illegale dei confini e la necessità di verificare la sua identità,” spiega Jacek Bialas, avvocato esperto in tema di rifugiati della Helsinki Foundation for Human Rights.

Nella sentenza di marzo il tribunale di Radom ha ritenuto che la sua detenzione fosse ingiustificata. La donna era stata consegnata alla Polonia sulla base di un accordo tra Paesi Bassi e Polonia che non è stato rispettato. Inoltre, nel fare domanda di status di rifugiato, la donna aveva presentato il suo documento d'identità iraniano.

“Siamo molto contenti di questa decisione,” ha affermato Bialas. “Il suo attraversamento dei confini non doveva essere considerato illegale. Né si sarebbe dovuto considerare necessario verificare la sua identità.”

Bialas ha aggiunto che è estremamente raro che un tribunale polacco arrivi a sentenze del genere nei casi che riguardano il trattenimento di stranieri nei centri di detenzione.

Il tribunale ha stabilito il risarcimento della donna per la cifra totale da lei richiesta per i danni subiti. La sentenza non è definitiva.

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