A livello internazionale, la politica sulle droghe si trova ad un bivio: il dibattito si sta spostando dal paradigma che criminalizza i consumatori ad un approccio più orientato alla salute pubblica. Ma si tratta soltanto di un cambiamento nella retorica o del segnale di una vera riforma politica? Lo abbiamo chiesto agli attivisti che da anni partecipano alla Commissione sugli stupefacenti (CND).
La società civile ha grandi aspettative dall'Assemblea Generale dell'ONU sulle Droghe del prossimo anno, un incontro tra governi per discutere il problema mondiale della droga. L'ultima Sessione Speciale dell'Assemblea Generale ONU (UNGASS) si è tenuta nel 1998 con lo slogan: “Un mondo libero dalla droga: è possibile!” Dopo quasi vent'anni, molti governi si sentono frustrati per l'evidente fallimento e per le conseguenze non previste di questa strategia utopica. Ma possiamo aspettarci che i governi discutano le alternative alle attuali politiche sulla droga il prossimo anno? Abbiamo chiesto ai partecipanti di condividere la loro opinione con noi.
Un altro segnale di cambiamento è stata la presenza più significativa che mai della società civile presso l'ONU: ONG di tutto il mondo hanno condiviso le loro esperienze con i rappresentanti dei governi su come affrontare i problemi connessi alla droga nella maniera più efficace. Il nostro video presenta una significativa mostra fotografica e una campagna in sostegno alla riduzione del danno.
La China ha proposto il divieto internazionale della ketamina, una droga dissociativa conosciuta in medicina per le sue proprietà anestetiche – così come per il suo uso a scopo ricreativo. Nonostante l'Organizzazione Mondiale della Sanità abbia raccomandato di non classificarla, molti governi hanno sollecitato il CND a vietarla. Nel video è possibile scoprire se hanno avuto successo o meno.
Una delle questioni più controverse discusse nel CND è stata la pena di morte per reati connessi alla droga. Almeno 32 paesi prevedono la pena di morte per questi tipi di reati e molti paesi asiatici attuano esecuzioni ogni anno. Nonostante i paesi europei condannino la pena di morte e chiedano la sua abolizione, al contempo essi contribuiscono all'uccisione di persone – guarda e scopri come.
István Gábor Takács
Peter Sárosi
Mátyás Kálmán