molti paesi dell'UE.
Claude Moraes, presidente del comitato per le libertà civili e corrispondente sulla sorveglianza di massa, ha dichiarato:
"L'inchiesta del Parlamento Europeo sulle rivelazioni di Edward Snowden sulla sorveglianza di massa è l'indagine più completa ad oggi. Il rapporto non soltanto chiede la fine immediata delle pratiche di sorveglianza di massa indiscriminata da parte dei servizi segreti sia nell'UE che negli Stati Uniti, ma stabilisce anche una road map per ulteriori interventi nell'area. A seguito di questa inchiesta, si è creato ampio consenso sul fatto che qualcosa non abbia funzionato nel modo in cui le agenzie di intelligence e altri hanno agito. Occorre fare ancora molto per garantire che le libertà civili siano difese anche su internet.”
La risoluzione descrive gli interventi (o i mancati interventi) da parte della Commissione Europea, di altre istituzioni europee e degli stati membri a seguito delle raccomandazioni poste dal Parlamento con la risoluzione del 12 marzo 2014 sulla sorveglianza di massa elettronica dei cittadini UE.
Un Safe Harbour più “sicuro”
I parlamentari europei hanno accolto con favore la sentenza del 6 ottobre della Corte di Giustizia Europea (ECJ) sul caso Schrems, che ha invalidato la decisione della Commissione secondo cui Safe Harbour garantirebbe una protezione sufficiente dei dati dei cittadini UE nel momento in cui vengono trasferiti negli Stati Uniti, rivendicando così le preoccupazioni di lunga data in merito all'accordo. La Commissione deve immediatamente prendere i provvedimenti necessari per “garantire un livello di protezione efficace” pari alla protezione assicurata nell'UE, sostengono.
Protestano per il fatto che il Parlamento non ha ricevuto una risposta formale dalla Commissione riguardo all'implementazione delle 13 raccomandazioni per un Safe Harbour più “sicuro” e sottolineano che “adesso è urgente che la commissione fornisca un aggiornamento accurato dei negoziati stabiliti finora e dell'impatto della sentenza sui futuri negoziati.”
Invitano la Commissione anche a riflettere “immediatamente” su un'alternativa a Safe Harbour e sull'”impatto della sentenza” su ogni altro strumento utilizzato per il trasferimento di dati personali verso gli Stati Uniti e a riferire su questo entro la fine del 2015.
E' tempo di agire o di affrontare le conseguenze
I Parlamentari considerano la reazione della Commissione alla risoluzione del Parlamento del 2014 “decisamente inadeguata” considerata la portata delle rivelazioni sulla sorveglianza di massa. “I diritti fondamentali dei cittadini UE restano in pericolo” ed “è stato fatto troppo poco per garantire la loro completa protezione,” sostengono.
Chiedono alla Commissione “di intervenire sulle richieste contenute nella risoluzione entro dicembre 2015,” riservandosi “il diritto di presentare ricorso in caso di inadempimento o di congelare parte delle risorse della Commissione finché tutte le raccomandazioni non saranno state adeguatamente realizzate.”
Preoccupazioni in molti paesi UE
I parlamentari sono preoccupati per “le recenti leggi di alcuni stati membri che estendono la sorveglianza da parte degli organismi di intelligence,” tra cui la Francia, il Regno Unito e l'Olanda. Si dicono preoccupati anche delle rivelazioni sulla sorveglianza di massa delle telecomunicazioni e del traffico Internet all'interno dell'UE da parte dell'Agenzia Estera di Intelligence Tedesca BND in cooperazione con l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale Americana (NSA).
Per quanto riguarda gli Stati Uniti, il comitato accoglie con favore la recente decisione legislativa e giudiziaria di limitare la sorveglianza di massa da parte dell'NSA, così come di adottare la legge USA FREEDOM e la sentenza della Seconda Corte di Appello sul programma di raccolta delle registrazioni telefoniche dell'NSA. Si rammarica, tuttavia, che “queste decisioni riguardino principalmente i cittadini americani mentre la situazione dei cittadini UE resta invariata.”
Protezione degli informatori
I membri del Parlamento si dicono amareggiati anche per il fatto che la Commissione non abbia risposto alla richiesta del Parlamento di realizzare uno studio sul completo “programma di protezione degli informatori europei” e chiedono che si risponda a tale richiesta entro la fine del 2016.
La risoluzione chiede anche una strategia europea per una maggiore indipendenza IT per aumentare la sicurezza IT nell'UE e la privacy online e sottolinea la necessità di garantire un controllo democratico significativo delle attività di intelligence per ricostruire la fiducia verso gli Stati Uniti.