Rights International Spain e Coordinadora para la Prevención y Denuncia de la Tortura (una rete formata da 41 ONG spagnole che si battono per la prevenzione della tortura) hanno inviato un appello al Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, all'Inviato Speciale ONU sulla tortura e all'Inviato Speciale sull'anti-terrorismo e diritti umani, riferendo vari rischi per la salvaguardia dei diritti umani insiti nella riforma del Codice di Procedura Penale proposta dal nuovo Ministro della Giustizia.
Le ONG lamentano il fatto che il governo non sfrutti questa opportunità per introdurre una serie di tutele contro la pratica della tortura e altre violenze da parte della polizia durante la detenzione di individui, nonostante la Corte Europea dei Diritti Umani abbia deliberato contro la Spagna varie volte in merito alla mancata ottemperanza ai suoi obblighi in tema di divieto di tortura. Molti organismi di tutela dei diritti umani hanno affermato che chiunque sia privato della propria libertà dovrebbe avere il diritto di essere visitato da un medico di fiducia, che tutti gli interrogatori di polizia dovrebbero essere registrati e che interrogatori e perquisizioni dovrebbero rispettare una serie di disposizioni. Tuttavia, la proposta di riforma del Codice di Procedura Penale non soddisfa nessuno di questi requisiti.
Inoltre, la legge consentirebbe ancora l'isolamento fino a 13 giorni, periodo durante il quale molti diritti sono limitati: le persone in isolamento non hanno il diritto di incontrare il proprio avvocato di fiducia, non possono essere visitati da un medico di libera scelta, non possono incontrarsi in privato con il proprio avvocato, non possono avere accesso alla documentazione della polizia (per esempio ai fascicoli che li riguardano) e non possono contattare i loro familiari per informarli della propria detenzione. Gli organismi internazionali per i diritti umani hanno insistito sul fatto che l'isolamento dovrebbe essere abolito, dato che le persone in isolamento sono più vulnerabili e hanno più possibilità di essere torturate o soggette ad altre violenze da parte della polizia.
Le lettere sottolineano anche un altro inquietante aspetto della riforma: se approvata, il ministro dell'interno sarebbe autorizzato ad intercettare le comunicazioni private tra individui per una durata massima di 24 ore senza l'autorizzazione di un giudice. Anche la durata massima per cui le comunicazioni possono essere intercettate tramite autorizzazione di un giudice è eccessiva: due anni in totale. Secondo le organizzazioni, “queste disposizioni sono sproporzionate e non avrebbero un impatto soltanto sui diritti fondamentali degli individui; più in generale, indebolirebbero lo stato di diritto”.