La
segnalazione è stata inviata al Comitato dei Ministri del Consiglio
d'Europa in merito alla mancata osservanza da parte del governo
polacco delle decisioni prese dalla Corte Europea dei Diritti
dell'Uomo volte a tutelare il diritto delle donne a poter ricorrere
ad un aborto sicuro e legale.
Come sottolineato dalla
comunicazione, in Polonia non esistono meccanismi in grado di
garantire alle donne un accesso effettivo all'aborto legale.
Casi persi dalla Polonia
La
comunicazione di HFHR si riferisce a tre sentenze,P. and S. v. Poland, R.R. v. Poland and Tysiąc v. Poland,
in cui la Corte ha constatato che la Polonia aveva violato la
Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. In questi casi, sebbene
le ricorrenti secondo la legge polacca avessero diritto all’aborto,
il personale medico avrebbe limitato loro l'accesso a tale servizio
sanitario. A causa della mancanza di adeguati meccanismi giuridici,
alle ricorrenti è stato impedito l’esercizio del loro diritto di
accedere all'aborto legale o hanno comunque affrontato difficoltà
materiali nell'esercizio di tale diritto.
In attesa del dibattito
del Comitato dei Ministri sulla chiusura della procedura di
esecuzione della sentenza P. e S. contro la Polonia, la Helsinki
Foundation ha invitato il Comitato a continuare a vigilare
sull'attuazione delle sentenze in Polonia. HFHR ha inoltre affermato
che la sua segnalzione non si riferiva al quadro giuridico che
attualmente regolamenta gli aborti legali ma metteva in discussione
solo gli aspetti procedurali necessari a garantire alle donne di
poter ricorrere all'aborto ogniqualvolta la legge polacca lo
permetta.
Criteri
troppo formalistici
"Secondo la nostra valutazione non esiste alcun meccanismo che garantisca alle donne l'accesso effettivo e tempestivo alla procedura legale di interruzione della gravidanza. Purtroppo, la procedura esistente per contestare un certificato o un parere di un medico che rifiuta di eseguire l'aborto è troppo formale e non garantisce che la decisione finale sia rilasciata prima della fine del periodo in cui una gravidanza possa essere legalmente interrotta ", afferma Jarosław Jagura, membro del team giuridico di HFHR. "Inoltre, la procedura di opposizione non garantisce a una donna di ottenere informazioni esatte, complete e obiettive sul suo diritto ad un aborto legale o altre informazioni sulle condizioni e sulla salute del feto".
Diritto all'aborto legale è "illusorio"
In una sentenza del 2015, la Corte Costituzionale ha dichiarato che un medico che rifiuta di svolgere un servizio medico per motivi morali non ha alcun obbligodi indirizzare il paziente a un'altra struttura in cui egli possa ottenere tale servizio. Non esiste alcuna persona o istituzione che possa inviare i pazienti che si trovano in una situazione del genere ad una struttura adeguata in cui siano in grado di accedere ai servizi di cui hanno legalmente diritto.
"Lo Stato dovrebbe introdurre misure che garantiscano che la "clausola di coscienza" cui si appella certo personale medico, non privi le donne dell’accesso agli aborti legali. Altrimenti il diritto delle donne ad un aborto legale diventerà puramente illusorio", spiega Jagura.
Si può leggere quila comunicazione inviata al Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa.