La Corte Costituzionale Ungherese è stata riempita di giudici che supportano l'agenda della maggioranza al governo. Nominando nuovi giudici, modificando i regolamenti e potenziando le dimensioni della corte, il governo al potere Fidesz è riuscito a trasformare la Corte Costituzionale in un'istituzione fedele, che viene meno all'idea di un contrappeso indipendente e autentico ai poteri del governo che essa rappresentava.
Tre ONG ungheresi – Eötvös Károly Institute, Hungarian Helsinki Committee e Hungarian Civil Liberties Union – hanno analizzato 23 casi di alto profilo, 10 dei quali valutati prima che i giudici nominati da Fidesz arrivassero a costituire la maggioranza e 13 dopo. Mentre le decisioni relative a tutti e 10 i casi valutati prima che i giudici selezionati dall'attuale governo formassero la maggioranza sono state tutte contrarie agli interessi del governo, non appena i giudici “di partito” sono diventati maggioritari, lo squilibrio è diventato evidente: su 10 dei 13 casi, le sentenze hanno favorito gli interessi del governo.
Alcuni giudici hanno votato a supporto del governo nel 100% dei casi. I giudici Egon Dienes-Oehm, Béla Pokol e Mária Szívós si sono praticamente sempre espressi in favore dei presunti interessi del governo anche prima che i nuovi giudici arrivassero a costituire la maggioranza.
Come è possibile che la Corte Costituzionale sia arrivata a questo? I due-terzi della maggioranza in parlamento hanno modificato la legislazione sulla composizione della Corte Costituzionale in tre modi:
-
- Prima, secondo le regole per le nomine, la maggioranza di governo poteva nominare i giudici costituzionali soltanto in accordo con l'opposizione. Questa norma è stata modificata nel 2010 per consentire alla maggioranza di nominare da sola nuovi membri.
-
- Nel 2011 il numero dei giudici della corte è stato portato da 11 a 15.
-
- Nel 2012 e nel 2013 la durata delle cariche dei giudici è stata portata da 9 a 12 e i limiti di età (70 anni) sono stati eliminati.