Vecchi casi gettano nuova luce
Il 6 dicembre 1992 un poliziotto che controllava la stazione ferroviaria di Valladolid fermò Rosalind William, una donna di origine africana, chiedendole di esibire un suo documento d’identità. Il motivo? Aveva l’ordine di identificare “persone come lei”. La Wiliams presentò un ricorso al sistema della giustizia spagnola, ma soltanto 17 anni dopo l’ONU ha riconosciuto che venne fermata in ragione di una pratica discriminatoria da parte della polizia.
Zeshan Muhammad venne fermato dalla polizia nel 2013 mentre passeggiava per Barcellona. Quando chiese al poliziotto il perché, questi rispose: “perché sei nero, punto”. Il suo caso arrivò alla Corte Suprema Spagnola e ora si trova alla Corte Europea dei Diritti Umani (Corte EDU). Per lo stato spagnolo fermare una persona per il colore della sua pelle non è incostituzionale.
In entrambi i casi ci troviamo di fronte a un’operazione motivata non da un ragionevole sospetto che la persona abbia preso parte alla commissione di un crimine, ma da un pregiudizio razziale, che determina un surplus di controllo sulle minoranze e una discriminazione illegale. Questo ha delle conseguenze gravi, compreso il fatto che lo stato e la polizia perdono la loro legittimità agli occhi di una parte della popolazione. L’uso del profiling razziale non è solo controproducente per la sicurezza delle persone, ma aumenta anche la sfiducia dei cittadini nelle loro istituzioni.
“Endemico” il profiling razziale da parte della polizia in Spagna
Vari organismi internazionali e regionali per i diritti umani hanno sottolineato la necessità di implementare misure per porre fine all’uso del profiling razziale da parte della polizia. Si tratta di una pratica che viola il diritto alla non discriminazione, alla parità di trattamento, alla libertà personale, alla sicurezza e alla presunzione di innocenza. Lo stesso Ombudsman ha raccomandato un intervento del governo sul tema, come riportato nel Rapporto del gruppo di lavoro degli esperti sulle persone di origine africana in Spagna, che conclude affermando che il profiling razziale è un “problema endemico nel paese”.
Un nuovo programma prova a migliorare le procedure di polizia
Per garantire i valori e i principi del nostro sistema legale, oltre che rispettare gli obblighi internazionali, il Consiglio Comunale di Madrid, attraverso la sua Polizia Municipale, di recente ha avviato un Programma di Identificazioni da parte della Polizia (PIPE) che è volto a migliorare le procedure di controllo e a garantire i diritti in una società diversificata. Il programma, al momento attuato in fase sperimentale nel distretto di Ciudad Lineal, può contare sulla collaborazione della società civile e sul coinvolgimento della polizia locale.
L’obiettivo è monitorare e tracciare i fermi, ridurre le perquisizioni sproporzionate e aumentare il tasso di efficacia delle operazioni di polizia. Il tutto è già stato testato a Fuenlabrada, dove un programma analogo ha ridotto il numero di fermi di tre volte e il numero di perquisizioni di quattro volte, migliorando l’efficacia dal 6 al 17% in sette mesi. Nel 2014 si è raggiunto il 30%. In questo comune, il protocollo ha ridotto il tasso sproporzionato di fermi nei confronti di cittadini marocchini, che venivano fermati 9.6 volte più spesso dei cittadini spagnoli. In sei mesi, questo dato è sceso al 3.4% e dal 2014 è al di sotto del 2%.
Riparare i legami tra comunità e polizia
Quindi, l’obiettivo ultimo è di garantire i diritti costituzionali dei cittadini e di proteggere l’uguaglianza come valore e principio fondamentale del nostro sistema legale. In un momento di disincanto e mancanza di fiducia nelle istituzioni, questi tipi di misure servono a ricostruire quei legami e a riparare le relazioni tra cittadini e polizia. Questa relazione dovrebbe fondarsi sulla fiducia, che contribuisce ad incrementare l’efficacia delle attività di polizia e a migliorare la protezione dei nostri diritti. Per questo motivo, Rights International Spain ha deciso di sostenere il progetto e di fornire assistenza tecnica al Consiglio Comunale di Madrid.