Quando il COVID-19 ha sconvolto le nostre vite all'inizio del 2020, i governi hanno dovuto trovare modi efficaci per combattere la pandemia. Una misura importante era rintracciare le catene di infezioni. Ben presto, sempre più paesi cominciarono ad introdurre applicazioni di tracciamento dei contatti. Mentre i tracciatori di contatti umani esistevano già, le app erano viste come un'aggiunta estremamente efficiente - dovevano essere più veloci e in grado di rintracciare potenziali catene di infezione che i tracciatori di contatti umani non avrebbero mai trovato.
I governi speravano in una soluzione rapida per tornare alla vita normale, ma le organizzazioni per i diritti umani e le istituzioni accademiche hanno avvertito gli Stati membri che il loro sogno potrebbe non avverarsi. Sono sorte preoccupazioni sull'efficacia delle app, sulla violazioni dei diritti umani e sulla possibile sorveglianza di massa. Fortunatamente, per quanto ne sappiamo, quest'ultima non si è verificata, ma ciò non significa che il continuo funzionamento delle applicazioni, almeno in molti degli Stati membri, non sia problematico.
Nuovo rapporto di 10 organizzazioni per i diritti umani
Un nuovo rapporto dell'Unione delle Libertà Civili per l'Europa (Liberties) e di nove organizzazioni partner è stato pubblicato. Esamina come le app sono state introdotte in dieci diversi Stati membri, e in che misura i governi hanno condotto ricerche sull'impatto di queste app sulla lotta alla pandemia, così come l’impatto sull'economia e sui gruppi vulnerabili.
Oltre alla ricerca a tavolino, le organizzazioni hanno anche presentato delle richieste di diritto all’informazione ponendo otto domande sulla diffusione delle app, il numero dei casi positivi rilevati, se era stata condotta un’indagine e quando l'applicazione sarebbe stata revocata.
Le seguenti organizzazioni partner hanno contribuito a questo rapporto: Bulgarian Helsinki Committee (Bulgaria), Estonian Human Rights Centre (Estonia), Hungarian Civil Liberties Union (Ungheria), Irish Council For Civil Liberties (Irlanda), CILD - Italian Coalition for Civil Liberties and Rights (Italia), ePaństwo Foundation (Polonia), D3 - Defesa dos Direitos Digitais (Portogallo), Peace Institute (Slovenia), Rights International Spain (Spagna).
Lo studio dell'impatto è un anello mancante?
Quasi nessuno degli Stati membri intervistati ha condotto ricerche sull'efficacia e l'impatto sociale delle loro applicazioni, riducendo così le opportunità di controllo pubblico. Questo è problematico, dato che c'è ragione di credere che il loro impatto sulla lotta contro la pandemia nella maggior parte dei paesi sia stato trascurabile o inesistente. Inoltre rende le persone diffidenti nei confronti della tecnologia, il che può condannarla al fallimento fin dall'inizio: per essere efficace nel rintracciare i contatti, deve essere raggiunta una certa soglia di download. Non sorprende che gli Stati membri che non sono stati trasparenti nelle loro comunicazioni abbiano avuto un'adozione significativamente inferiore della loro applicazione rispetto a quelli che lo sono stati.
Inoltre, quando gli è stato chiesto delle valutazioni d'impatto mancanti, i governi hanno spesso usato la protezione della privacy come capro espiatorio. Mentre è effettivamente più difficile condurre tali ricerche con meno dati disponibili, questa scusa non è convincente. La Germania è stata uno dei pochi paesi che ha optato per la trasparenza, il dibattito pubblico e le valutazioni d'impatto. Di conseguenza, ha avuto uno dei tassi più alti di download in Europa, che gli ha anche permesso di avere più influenza nella lotta contro il COVID-19.
Infine, mentre sarebbe raccomandabile implementare dei cambiamenti o abbandonare le app di tracciamento dei contatti se si dimostrano inutili, la maggior parte degli Stati membri prevede di mantenerele in vigore fino alla "fine della pandemia". Mantenere lo status quo è problematico, poiché le app gestite dallo stato chiedono alle persone, in base ai calcoli del loro algoritmo, di stare a casa, isolarsi dai loro cari, fare i test e così via. In altre parole, di sostenere oneri significativi sulla base di calcoli che potrebbero non essere abbastanza buoni per giustificare tali misure.
Alcuni governi non sono riusciti a praticare il buon governo
Il nuovo studio di Liberties ha scoperto che la maggior parte degli Stati membri intervistati non ha rispettato i principi di buona governance - efficienza ed efficacia, responsabilità, apertura e trasparenza - quando ha introdotto e gestito applicazioni di tracciamento dei contatti. Se da un lato non hanno garantito che le app fossero abbastanza efficienti da giustificare il loro funzionamento, dall'altro hanno anche reso difficile il controllo pubblico. Di conseguenza, i problemi con le app di tracciamento dei contatti sono difficili da identificare e potrebbero non essere risolti.
Alcuni paesi non hanno specificamente adempiuto ai loro obblighi:
- In Ungheria, l'autorità che dovrebbe controllare l'applicazione, secondo il sito web dell'app sostiene di non esserlo.
- In Bulgaria, l’organizzazione Bulgarian Helsinki Committee ha dovuto intentare una causa per ottenere la valutazione d'impatto sulla protezione dei dati dell'app.
- In Spagna, la valutazione d'impatto sulla protezione dei dati pubblicata non corrispondeva all'app, rendendo così molto difficile la supervisione dei cambiamenti dell'app.
Raccomandazioni per il futuro
Anche se l’implementazione delle applicazioni di tracciamento dei contatti in Europa avrebbe potuto essere peggiore, c'è sicuramente un margine di miglioramento. Sulla base dei nostri risultati, offriamo le seguenti raccomandazioni:
- Per dare al pubblico la possibilità di opporsi alle nuove tecnologie, gli Stati membri dovrebbero sempre testarle prima di iniziare ad usarle.
- I governi devono rendersi conto che le tecnologie non possono essere usate come una panacea per tutte le emergenze sociali complesse.
- Gli Stati membri dovrebbero iniziare a condurre regolarmente ricerche e valutazioni d'impatto su tutte le tecnologie che impiegano.
Scarica il rapporto completo qui.