Le 11 organizzazioni non governative che hanno presentato ricorso ritengono che questo decreto legge sia contrario alla Costituzione belga e alla Convenzione sui Diritti del Fanciullo dell'ONU, cosa che ha chiarito anche il Consiglio di Stato Belga in un parere molto critico rivolto al governo.
Le misure previste nella nuova legge, che intende contrastare il riconoscimento fraudolento della paternità, sono considerate totalmente sproporzionate e inutili, poiché esiste già un meccanismo anti-frode.
Questa nuova legge contro il riconoscimento fraudolento, in vigore dal 1 aprile, consente alle anagrafi comunali di rifiutarsi di registrare il riconoscimento di un figlio da parte di un padre.
Ignorato il principio del “superiore interesse del minore”
Il “superiore interesse del minore”, uno dei principi fondamentali della Convenzione sui Diritti del Bambino e citato anche dalla Costituzione belga, è totalmente ignorato da questa legge.
Infatti, il decreto legge consente alle anagrafi di rifiutare il riconoscimento di un bambino anche solo in caso di sospetto di frode, senza aver verificato se tale rifiuto rispetti il superiore interesse del minore.
E la legge va addirittura oltre: un funzionario pubblico può rifiutarsi di riconoscere la paternità se ritiene, in base alla cosiddetta combinazione di circostanze, che la persona in questione stia tentando di registrare la paternità solo per ragioni fraudolente, anche quando il legame biologico con il figlio è evidente.
In base alla nuova legge, un pubblico ufficiale può, anche solo in base al suo giudizio personale, decidere di registrare ufficialmente il riconoscimento della paternità o di rifiutarsi di farlo. Infatti, la nuova legge non prevede alcuna risorsa specifica (a disposizione di chiunque e facilmente accessibile) contro tale decisione.
Misure sproporzionate e inutili
Tali misure sono totalmente sproporzionate per lo scopo dichiarato (lotta alla frode), poiché possono determinare il rifiuto del riconoscimento della paternità di un bambino.
Inoltre, i due meccanismi previsti per combattere il cosiddetto fenomeno di riconoscimento fraudolento esistono già: il ritiro del permesso di soggiorno di un genitore che lo ha ottenuto sfruttando il riconoscimento fraudolento della paternità e “un atto di annullamento” contro il riconoscimento.
Questi due meccanismi vengono usati da anni per combattere in maniera efficace i casi di frode.
Discriminazione tra bambini nati in Belgio
Inoltre, questa legge crea differenze di trattamento tra bambini nati in Belgio da due genitori legalmente residenti e bambini nati in Belgio da due genitori di cui uno solo è legalmente residente. Per i primi, il riconoscimento della paternità non può mai essere rifiutato.
Tale trattamento differente è ingiustificato e la legge quindi viola i principi di uguaglianza e di non discriminazione.
Gravi conseguenze per i bambini
I bambini che, in seguito al rifiuto di una registrazione ufficiale, non possono essere riconosciuti dai loro padri belgi, europei o stranieri con un permesso di residenza in Belgio, non potranno ottenere un permesso di residenza.
In base a tale situazione, i bambini a cui è stato rifiutato il riconoscimento della paternità potrebbero non essere in grado di sapere chi è il loro padre o di mettersi in contatto con lui e potrebbero non avere accesso al diritto a ricevere dai lui gli assegni familiari o l'eredità.
In alcuni casi, questi bambini potrebbero addirittura non essere nelle condizioni di conoscere le loro origini. Tutte queste conseguenze corrispondono a gravi violazioni dei diritti del bambino.
Qui di seguito l'elenco delle 11 ONG che hanno presentato ricorso contro la legge:
- UNICEF Belgique
- La Kinderrechtencoalitie Vlaanderen
- La Coordination des ONG pour les Droits de l’Enfant
- Medimmigrant
- Coordination des Initiatives pour Réfugiés et Etrangers (C.I.R.E.)
- Point d’Appui – Service d’Aide aux personnes sans papiers
- Service Droit des Jeunes (S.D.J.)
- La Ligue des Droits de l’Homme
- L’Association pour le Droit des Etrangers (ADDE)
- Défense des Enfants (DEI) Belgique
- L’Ordre des Barreaux Francophones et Germanophone (l’O.B.F.G.)