Sette persone rischiano di finire in carcere per aver aiutato migranti in pericolo mentre tentavano di attraversare il confine italo-francese. Tre di loro sono stati arrestati il 22 aprile, in seguito ad una marcia di solidarietà in cui si denunciavano le provocazioni razziste e pericolose dell'associazione di estrema destra Génération Identitaire (GI), che stava bloccando il Colle de l'Echelle a Briançon, in un contesto di crescente militarizzazione del confine italo-francese.
Azione penale, uno strumento per intimidire
Dopo l'arresto, tre attivisti sono stati trattenuti per 11 giorni, poi sottoposti ad arresti domiciliari per oltre 25 giorni prima di essere rilasciati in attesa della decisione del Consiglio Costituzionale sul reato di solidarietà. Il 6 luglio, il Consiglio ha stabilito che debba considerarsi solidarietà l'assistenza fornita solo in territorio francese. A seguito di questa decisione, altre quattro persone sono state incarcerate per le stesse ragioni.
Bastien, Benoit, Eléonora, Juan, Lisa, Mathieu e Théo dovranno presentarsi in udienza l'8 novembre a Gap, un comune a sud-est della Francia. Sono accusati di “aver aiutato cittadini stranieri irregolari ad entrare nel territorio nazionale, in forma organizzata” e rischiano fino a 10 anni di carcere e una multa di 750,000 euro.
Si tratta di pene normalmente riservate alla criminalità organizzata. Le organizzazioni per i diritti umani le definiscono uno strumento usato per intimorire i cittadini che manifestano solidarietà con i migranti che provano ad attraversare il confine delle Alpi francesi. Sostengono che la Procura ha scelto di perseguire attivisti pacifici mentre risparmia l'organizzazione GI da ogni tipo di pena.
Firma la petizione
I membri di GI definiscono se stessi “attivisti per l'identità” e stanno controllando i confini in cerca di migranti al motto “Difendiamo l'Europa”. Gli account Twitter, Facebook e Instagram di GI sono stati sospesi.
Varie organizzazioni francesi hanno lanciato una petizione chiedendo il rilascio di Bastien, Benoit, Eléonora, Juan, Lisa, Mathieu e Théo, oltre che la fine di tutti i procedimenti penali contro chi aiuta i migranti e l'immediata cessazione di tutte le forme di violenza e da parte della polizia contro di loro e contro chi è esiliato al confine e il rispetto dei loro diritti.
Anche tu puoi firmare la petizione!
Nel frattempo, Médecins Sans Frontières ha incontrato le associazioni locali di Briançon, che da mesi denunciano il fatto che i diritti dei migranti vengono sistematicamente violati: respingimento di persone esiliate tra cui minori, controlli discriminatori, inseguimenti in montagna, impedimenti a registrare le richieste di asilo, mancanza di interpreti e commenti minacciosi e offensivi sui migranti.