'Gruppo dei 36'
L'associazione per la Difesa dei Diritti Umani in Romania – Helsinki Committee (APADOR-CH) e altre cinque ONG rumene stanno protestando contro l'iniziativa di 36 parlamentari della coalizione di maggioranza, PSD-UNPR, volta a reintrodurre nel codice penale il reato di “Offesa contro alcuni simboli” (ridefinito “Offesa contro alcuni simboli nazionali”), un reato rimosso con l'entrata in vigore del nuovo codice penale.
In base alla proposta legislativa presentata dal “Gruppo dei 36,” in Romania si applicherebbe la pena della reclusione fino a tre anni per gli autori e trasmettitori di discorsi, canti, articoli, film, canzoni, dipinti e cartoni animati che esprimono mancanza di rispetto verso la bandiera del paese, l'inno nazionale, gli emblemi o gli stemmi usati dalle autorità pubbliche.
Questo potrebbe significare essere condannati al carcere per cose come mancare di rispetto al distintivo dell'Agenzia Nazionale delle Entrate, insultare gli stemmi di regioni e comuni, schernire le toghe dei giudici.
Le ragioni della maggioranza
Al momento, la mancanza di rispetto dell'inno o della bandiera sono puniti, tramite regolamenti appositi, con multe (GD. n. 1157/2001). Sanzionare l'irriverenza verso questi simboli nazionali con una multa è più che sufficiente; prevedere una sanzione penale per questi atti, che significherebbe avviare un'indagine penale, realizzare un processo e stabilire la possibilità del carcere, non sarebbe che la prova del fatto che i parlamentari della coalizione di maggioranza vogliono impedire la manifestazione degli atteggiamenti e delle opinioni critiche nei confronti delle autorità pubbliche.
I firmatari ricordano ai parlamentari che anziché restringere arbitrariamente la libertà di espressione, un modo ben più credibile per esprimere patriottismo sarebbe quello di presentare una proposta di legge per la piena trasparenza delle autorità pubbliche per prevenire la corruzione e l'utilizzo discrezionale dei fondi pubblici.
Le organizzazioni chiedono ai parlamentari di respingere questa “legge patriottica.” Chiedono anche al presidente rumeno di non promulgare questa legge nel caso in cui i membri del parlamento non resistessero alla tentazione di mostrarsi, per ragioni populiste, dei convinti patrioti.