Il cittadino saudita Abd al-Rahim al-Nashiri e il cittadino saudita-palestinese Abu Zubaydah erano detenuti in Pakistan prima di essere trasferiti in Polonia. I due sono stati sottoposti a trattamenti di tortura che sono diventati sinonimo delle strategie della CIA, inclusa la restrizione prolungata in una piccola scatola e ripetute torture dell'acqua.
La Polonia "autorizza" i trasferimenti della CIA, tortura
Abd al-Rahim al-Nashiri ha fatto ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani nel 2011. Sostiene di essere stato torturato in un sito segreto della CIA tra il 2002 e il 2003. Nel suo ricorso alla CEDU afferma, tra le altre cose, che la Polonia ha violato la proibizione di tortura e il suo diritto ad un giusto processo. Nel 2013, Abu Zubaydah, al momento detenuto nella prigione di Guantanamo, ha presentato un ricorso simile alla Corte.
La Corte dei Diritti Umani ha deliberato che la Polonia ha violato la Convenzione sui Diritti Umani, autorizzando la detenzione e tortura dei due ricorrenti. Essa ha sostenuto che la Polonia abbia anche permesso alla CIA di trasferirli all'estero nonostante così sarebbero stati esposti al rischio di ulteriori maltrattamenti e detenzioni illegali. La CEDU ha affermato che ai due sono stati negati il diritto ad un giusto processo e il diritto alla libertà e sicurezza personali. La Corte ha poi criticato il governo polacco per la sua mancanza di cooperazione durante il procedimento, il che costituisce violazione dell'articolo 38 della Convenzione sui Diritti Umani.
"Strategia miope"
"Le sentenze sono tanto giuste quanto potrebbero esserlo", ha affermato Adam Bodnar, vice-presidente della Fondazione Helsinki per i Diritti Umani. "La Corte di Strasburgo non è stata pienamente informata dal governo [polacco], così ha accettato tutte le argomentazioni presentate dai ricorrenti. Se le autorità pensano che ignorare le istituzioni internazionali faccia sì che il mondo dimentichi i casi delle prigioni segrete, ecco che tale sentenza mostra quanto questa strategia sia miope."
Un report ONU ha manifestato il sospetto che tra gli anni 2003 e 2005, otto accusati di terrorismo fossero stati detenuti nel villaggio di Kiejkuty, Polonia, e che le autorità avessero messo su una squadra di agenti dell'intelligence che rispondevano direttamente alle direttive statunitensi. Nonostante tale report e altri prodotti da organizzazioni non governative come HFHR, il governo è rimasto silente sulla vera natura del suo coinvolgimento con la CIA, anche di fronte alla Corte dei Diritti Umani.
La documentazione di HFHR aiuta la Corte a stabilire la colpevolezza della Polonia
"La Corte ha fatto riferimento a un resoconto di un amicus curiae della Fondazione Helsinki per i Diritti Umani e alla documentazione che la Fondazione è riuscita ad ottenere," ha detto Irmina Pacho, avvocato di HFHR.
Nel 2010, HFHR ha rivelato registrazioni dai confini della Polonia mostrando che tra il dicembre 2002 e il settembre 2003, sette aerei Gulfstream avevano trasportato 20 individui da Afghanistan, Duabi e Marocco all'aeroporto polacco di Szczytno-Szymany, vicino al sito segreto della CIA. Si ritiene che questi voli siano stati usati dalla CIA per trasportare prigionieri specialmente per i cosiddetti programmi esecutivi.
Un'inchiesta sulle prigioni segrete della CIA in Polonia è stata portata avanti per più di 6 anni. In quel periodo, le investigazioni sono state trasferite dall'Ufficio del Procuratore d'Appello di Varsavia alla sua controparte a Cracovia e prorogate dieci volte.
"Secondo la corte di Strasburgo, l'indagine condotta sul caso è stata inefficace," ha affermato la Pacho.
La CEDU ha assegnato ad al-Nashiri e Abu Zubaydah 100,000 euro ciascuno come risarcimento dei danni morali.