Ogni quattro anni il Comitato Diritti Umani esamina un rapporto presentato da uno stato sulla situazione dei diritti umani in quel paese. Il Comitato valuta in che misura i risultati presentati sono conformi alle responsabilità dello stato previste dal Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici.
Il Comitato Diritti Umani tiene conto anche di altri rapporti su violazioni di diritti umani, oltre che di report scritti dalle ONG del paese, che offrono un punto di vista indipendente rispetto a quello del governo.
In vista di tale esame, la Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (CILD) ha presentato il suo rapporto ombra al Comitato Diritti Umani delle Nazioni Unite, in cui si evidenziano le seguenti criticità in tema di diritti umani in Italia:
Istituto Nazionale sui Diritti Umani
L’Italia non ha ancora un Istituto Nazionale per i Diritti Umani (National Human Rights Institution – NHRI). Questo rende impossibile pensare ad una strategia nazionale complessiva e coerente per promuovere e proteggere i diritti umani e CILD sollecita il governo italiano a fare tutti gli sforzi possibili per istituire un NHRI cui possa essere riconosciuto lo Status A dal Consiglio Diritti Umani dell’ONU.
Famiglie omosessuali
L’Italia è ancora indietro rispetto agli altri paesi europei in tema di parità per le persone omosessuali e loro diritti genitoriali. In tal senso, è necessario rivedere la legge sulle adozioni in Italia per consentire la “stepchild adoption,” affinché il miglior interesse del bambino sia la prima questione di cui tener conto in tutte le procedure di adozione.
Discriminazione e discorsi di odio
L’attuale cornice anti-discriminazione in Italia non prevede strumenti efficaci per affrontare e scoraggiare i discorsi di odio, fenomeno radicato e diffuso in Italia, in particolare nei confronti dei rom, dei cittadini irregolari e della comunità LGBTI. C’è una forte esigenza oggi di norme contro la discriminazione e di garanzie che le sanzioni vengano applicate.
Diritti di rom, sinti e nomadi
L’implementazione della Strategia Nazionale per l’Integrazione dei Rom (NRIS) resta problematica perché la segregazione e gli sgomberi a danno dei rom sono ancora una pratica diffusa. Sono necessarie misure immediate e adeguate per garantire i diritti delle minoranze e l’integrazione delle comunità in Italia.
Introduzione del reato di tortura
La tortura non è ancora un reato ai sensi della legge italiana, nonostante il fatto che la criminalizzazione della tortura sia richiesta in maniera inequivocabile da vari trattati internazionali sottoscritti dall’Italia.
E’ necessario che l’Italia introduca senza ulteriore ritardo il reato di tortura nel Codice Penale, come previsto dall’Articolo 1 della Convenzione ONU contro la Tortura.
Accesso alla cittadinanza
L’accesso alla cittadinanza rappresenta una sfida per i bambini nati in Italia da cittadini di paesi terzi o arrivati nel paese in giovane età. Occorre approvare una riforma che consenta di ottenere la cittadinanza sulla base del principio (temperato) dello jus soli o dello jus culturae, in stallo da anni.
Rimpatri sommari e non respingimento
L’Italia sembra continuare a realizzare espulsioni sommarie di migranti verso paesi di origine o di transito in violazione del principio di non respingimento. Inoltre, c’è ampia preoccupazione per le sistematiche violazioni di diritti umani attraverso “l’approccio hotspot”.
L’Italia dovrebbe fare tutti i passi necessari per assicurare che gli accordi bilaterali e multilaterali garantiscano il pieno rispetto dei diritti umani oltre che la completa aderenza al principio di non respingimento. L’Italia dovrebbe anche sospendere immediatamente qualunque accordo bilaterale che non garantisce un’adeguata tutela dei diritti umani e istituire rigorosi meccanismi di monitoraggio, compreso quello indipendente da parte di organizzazioni internazionali, ONG e altri organismi indipendenti per assicurare che il funzionamento degli hotspot sia compatibile con gli standard giuridici e propri di uno stato di diritto.
Minori non accompagnati
Considerato che il numero dei minori non accompagnati (unaccompanied minors - UAMs) arrivati in Italia è aumentato moltissimo lo scorso anno, l’Italia deve implementare metodi adeguati per accertare l’età in modo da garantire una tutela effettiva del miglior interesse del bambino.
‘Immigrazione illegale’
L’ingresso o il soggiorno illegale nel territorio italiano resta un reato. Inoltre, il governo italiano intende fare dei CIE un elemento centrale della propria strategia di gestione dell’immigrazione nonostante il fatto che negli anni moltissimi rapporti – sia di organismi istituzionali che di ONG – abbiano dimostrato quanto i CIE siano inumani, inutili ed estremamente costosi.
Gli attivisti per i diritti umani sollecitano il governo ad abolire il reato di immigrazione o ingresso illegale nel territorio italiano, evitare di estendere il sistema di detenzione amministrativa di cittadini di paesi terzi nei CIE, attuare meccanismi rigorosi di monitoraggio da parte di organismi indipendenti e garantire ai giornalisti e alle ONG il diritto di entrare nei CIE per assicurare la trasparenza.