Tredici ONG hanno presentato un rapporto sull'impatto della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea che si pronuncia sullo statuto della sezione disciplinare della Corte suprema polacca e del Consiglio nazionale della magistratura (NCJ).
Irregolarità nelle nomine e pregiudizi politici
I firmatari hanno rilevato che la CGUE ha deciso che la procedura di nomina giudiziaria deve soddisfare i requisiti di una tutela giurisdizionale effettiva. La Corte ha ritenuto che i tribunali polacchi, in quanto tribunali dell'UE, devono soddisfare le norme definite nella sentenza.
La Corte di Lussemburgo ha tuttavia segnalato una serie di circostanze che dovrebbero essere prese in considerazione da qualsiasi giudice che proceda a tale valutazione. Essa dovrebbe tener conto di tutte le questioni di diritto e di fatti. La CGUE ha inoltre evidenziato le questioni che devono essere prese in considerazione, in casi specifici in cui si è sottoposta una questione a una sentenza preliminare. La Corte ha menzionato, tra l'altro, irregolarità nella nomina dei membri dell'NCJ, i pregiudizi politici di alcuni di questi membri e la mancanza di un controllo giurisdizionale efficace delle decisioni dell'NCJ. La CGUE si è rivolta all'autonomia organizzativa della Sezione disciplinare e alla sua giurisdizione esclusiva, per le cause relative al pensionamento obbligatorio dei giudici.
La sentenza della Corte di giustizia dell'UE apre la via alla Polonia, per rivedere l'indipendenza del suo sistema giudiziario
Le ONG sottolineano che la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea apre la via ai tribunali polacchi per controllare l'indipendenza di altri tribunali, non solo della Camera disciplinare. Le ONG invitano tutti gli attori del sistema giudiziario polacco a prendere in considerazione la possibilità di astenersi da qualsiasi atto che possa compromettere la sicurezza giuridica o il diritto dell'individuo a un tribunale.
Esse sottolineano inoltre che l'esecuzione della sentenza della CGUE è un obbligo che incombe a tutte le autorità della Repubblica di Polonia. Le ONG ritengono che la sentenza debba essere eseguita immediatamente e nel pieno rispetto dei diritti dei cittadini che hanno riposto la loro fiducia nel sistema giudiziario polacco. A loro avviso, la mancata esecuzione della sentenza contribuirebbe ad aggravare il caos giuridico e farebbe sì, che alle sentenze dei tribunali polacchi, venga negato il riconoscimento da parte dei tribunali di altri Stati membri dell'UE.