In primo luogo, il Commissario Diritti Umani del Consiglio d'Europa Nils Muižnieks ha fatto riferimento alle regole che disciplinano la nomina dei membri del Consiglio Nazionale della Magistratura (National Council of the Judiciary – NJC) e la riorganizzazione della struttura del Consiglio.
I legislatori polacchi hanno proposto di autorizzare il Sejm, la camera bassa del Parlamento, a nominare 15 dei 25 membri che siedono al NCJ. La modifica proposta introduce anche una procedure che trasferisce i poteri di nomina del Consiglio Nazionale della Magistratura a due assemblee: un organismo composto principalmente da politici e un panel composto da giudici selezionati dai politici.
"A mio parere, una procedura di questo tipo mette a rischio il principio costituzionale della separazione dei poteri così come l'indipendenza del giudiziario in quanto di fatto significa trasferire il potere di nomina dei membri dei Consiglio dal giudiziario al legislativo,” ha dichiarato Muižnieks.
Nella sua lettera Muižnieks richiama gli standard internazionali che garantiscono l'indipendenza del Consiglio Nazionale della Magistratura, comprese le raccomandazioni della Commissione Venezia, i principi sviluppati dalla Rete Europea dei Consigli della Magistratura, e le raccomandazioni 2010 del Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa, secondo cui almeno la metà dei membri dei consigli della magistratura dovrebbe essere costituita da giudici scelti dai loro pari a tutti i livelli del giudiziario e nel rispetto del pluralismo che caratterizza il giudiziario.
Procedura troppo “politicizzata”
Il commissario diritti umani mette in guardia sul fatto che la creazione di due assemblee con l'autorità di nominare i giudici, di cui una composta per la maggior parte da politici, determina “un alto rischio di stallo e di politicizzazione del processo decisionale, consentendo a qualunque assemblea di bloccare il processo di nomina dei giudici”.
Il Commissario osserva che nell'attuale equilibrio di poteri, la creazione di un meccanismo basato su due assemblee di fatto significa che il legislativo e l'esecutivo hanno un ruolo decisivo nella nomina dei giudici. Il Commissario inoltre sottolinea che una tale organizzazione del lavoro del Consiglio Nazionale della Magistratura non ha fondamento nella Costituzione Polacca.
La modifica proposta accorcia anche la scadenza delle cariche dei giudici attualmente membri del Consiglio. Secondo il Commissario Muižnieks, questo porterebbe a una situazione in cui il ramo legislativo attribuisce a se stesso il diritto di porre fine al mandato di organi costituzionali la cui indipendenza dovrebbe essere garantita.
"La misura proposta può interferire direttamente con le garanzie previste dall'Articolo 6 della Convenzione Europea sui Diritti Umani (diritto ad un giusto processo) poiché gli attuali membri non saranno in grado di ricorrere contro l'interruzione del loro mandato di fronte ad un organismo giudiziario”, mette in guardia Muižnieks.
Violata l'indipendenza del giudiziario
La lettera di Muižnieks ricorda anche come la proposta di modifica alla Legge su Consiglio Nazionale della Magistratura Polacca sia stata criticata da molti stakeholder internazionali, compreso l'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani (ODIHR) dell'OSCE, oltre che da istituzioni nazionali, compreso il commissario nazionale per i diritti umani e lo stesso Consiglio Nazionale della Magistratura.
“Affidando al legislatore il compito di nominare i membri del Consiglio Nazionale della Magistratura e affidando ai rami legislativo ed esecutivo il potere di esercitare il controllo decisivo sulla selezione dei giudici (…), le modifiche proposte violano l'indipendenza di un organismo che è garante costituzionale dell'indipendenza dei giudici in Polonia”, sottolinea il Commissario Muižnieks.
La lettera completa (in inglese) è disponibili qui.