Permesso di soggiorno negato
Nel 2015, un uomo bielorusso e uno lituano hanno contratto matrimonio in Danimarca. L'anno successivo, il primo ha presentato richiesta di permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare all'Ufficio Lituano per l'Immigrazione. La sua domanda è stata respinta e le autorità hanno dichiarato che, non essendo possibili matrimoni e relazioni omosessuali in Lituania, non avrebbero potuto registrare l'unione e concedere il ricongiungimento familiare all'uomo bielorusso.
Già nel 2011, la Corte Costituzionale Lituana aveva ribadito che la Costituzione riconosce anche modelli familiari non basati sul matrimonio. La definizione di famiglia fornita è quella di una relazione tra persone unite da “un legame emotivo permanente, mutua comprensione, responsabilità, rispetto, doveri condivisi, oltre che la decisione volontaria di assumere certi diritti e doveri”.
E sebbene la sentenza non riguardasse nello specifico le relazioni omosessuali, le organizzazioni per i diritti umani speravano che l'esito del caso che coinvolgeva la coppia lituano-bielorussa facesse riferimento alla sentenza del 2011.
Corte Costituzionale si esprime a favore della coppia
La sentenza, emessa l'11 gennaio, è importante sotto vari aspetti. In primo luogo, la Corte Costituzionale ha ricordato come la Costituzione proibisca la discriminazione in base all'orientamento sessuale e/o all'identità di genere e questa discriminazione contro persone LGBT è contraria alla legge. Anche se il caso riguarda due coniugi omosessuali, la Corte ha stabilito anche il divieto di discriminazione delle coppie transgender. Questo è molto importante, perché in Lituania manca ancora una procedura legale di riconoscimento del genere.
In secondo luogo, la Corte ha ricordato che la Costituzione non è un documento a tutela della maggioranza, bensì è volto a proteggere l'individuo. Credenze e stereotipi non possono essere usati per giustificare la discriminazione in base all'identità di genere o all'orientamento sessuale, né per limitare il diritto alla vita personale e familiare, richiamando (ad esempio) l'ordine pubblico. Il legislatore ha il dovere di “prevenire la violazione di diritti e libertà personali, proteggendo in tal modo la dignità delle persone” e non dovrebbe basarsi su stereotipi e pregiudizi.
In terzo luogo, la Corte ha sottolineato che il concetto di famiglia contenuto nella Costituzione è gender-neutral. La Costituzione dichiara che vanno tutelate tutte le famiglie unite da “mutua responsabilità, comprensione, legame emotivo, assistenza altri legami, così come la decisione volontaria di assumere determinati diritti e doveri”. Questo significa che le coppie omosessuali hanno il diritto di definirsi famiglie e lo status di membro di una famiglia non può essere messo in discussione.
Lituania obbligata a cambiare le prassi
La sentenza va dunque oltre il semplice fatto di consentire a una specifica coppia di creare una famiglia in Lituania. D'ora in avanti, la Lituania sarà tenuta a concedere permessi di soggiorno a cittadini di paesi terzi che sposano cittadini lituani in altri paesi e il legislatore nazionale dovrà immediatamente trovare una via legale per proteggere legalmente le famiglie omosessuali che vivono in Lituania e risolvere la questione del riconoscimento legale dell'identità di genere, in stallo da oltre un decennio.
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