La sentenza è un precedente importante nel contesto europeo. La legge contro la propaganda in Lituania, che è simile a quella russa, è ancora in vigore e la Commissione Europea si rifiuta di intervenire,” ha dichiarato l'eurodeputato Sophie In't Veld (vice-presidente dell'Intergruppo sui Diritti LGBT al Parlamento Europeo), commentando la sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani del 20 giugno sul caso Bayev and others v. Russia.
E' la prima volta che la corte di Strasburgo riconosce che la legge russa che vieta “le attività pubbliche volte a promuovere l'omosessualità tra i minori” è contraria alla libertà di espressione e al principio di non discriminazione.
La Corte EDU condanna l'omofobia russa
Nel caso Bayev la Corte Europea dei Diritti Umani (Corte EDU) si focalizza sul consenso in Europa riguardo al diritto dei cittadini di identificarsi apertamente come membri della comunità LGBT. La corte non ritiene che ci sia un conflitto tra “i valori della famiglia” e “l'accettazione dell'omosessualità”.
Secondo la corte, molte coppie omosessuali vivono nel rispetto dei – e non in opposizione con – “i valori della famiglia”: vogliono sposarsi, adottare bambini e diventare genitori.
Anche se la maggior parte dei russi al momento è contraria alle relazioni omosessuali, qualunque situazione in cui i diritti delle minoranze sono subordinati all'approvazione della maggioranza va contro i valori della Convenzione.
Il fatto che i minori possano vedere le campagne dei ricorrenti e siano così introdotti all'idea di diversità, uguaglianza e tolleranza, può essere solo considerato un vantaggio per la coesione sociale.
Infine, la corte ha ritenuto la Russia incapace di fornire una spiegazione convincente su come le informazioni sulle relazioni omosessuali possano danneggiare i giovani, la morale o la salute pubblica.
Violazione dei diritti LGBT in Lituania
In base alla legge lituana sulla protezione dei minori contro gli effetti detrimenti dell'informazione pubblica, qualunque informazione che promuova un concetto di matrimonio e famiglia diversi da quelli previsti dalla Costituzione della Repubblica di Lituania o dal Codice Civile della Repubblica di Lituania danneggia i minori.
La disposizione è stata più volte criticata dalla comunità internazionale. E' stata già usata tre volte per vietare l'informazione sulla comunità LGBT, compresi i video del Baltic Pride e un libro di favole sulle coppie omosessuali.
"La Lituania non mostra alcun rispetto per i diritti umani, che sono il fondamento del progetto europeo. Questo è inaccettabile. E' ora che la Commissione Europea protegga i diritti di tutti i lituani, comprese lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali. Si dovrebbe garantire che questa giurisprudenza venga implementata nel contesto europeo”, ha dichiarato l'eurodeputato Sophie Inet Veld.