La Corte Europea dei Diritti Umani ha respinto il ricorso contro le condizioni di detenzione norvegesi presentato da Anders Behring Breivik, che nel 2011 aveva ucciso 77 persone ad Oslo.
Tenuto in isolamento
Nel decidere sul caso, presentato con il nuovo nome del ricorrente, Fjotolf Hansen, Hansen v. Norway (application no. 48852/17), la Corte Europea dei Diritti Umani, in commissione composta da tre giudici, ha dichiarato l'inammissibilità del ricorso. La sentenza è definitiva.
Il ricorrente è stato condannato nell'agosto 2012 per l'uccisione di 77 persone e il ferimento di altre 42 durante un raduno di giovani politici e per aver innescato un'autobomba ad Oslo, nel luglio 2011. E' stato condannato a 21 anni di carcere.
Aveva già presentato ricorso contro le condizioni di detenzione dinnanzi ai tribunali nazionali, in particolare per essere stato tenuto in isolamento dagli altri detenuti.
Nessuna violazione
La Corte Suprema norvegese aveva ritenuto che non ci fossero state violazioni dei suoi diritti previsti dall'articolo 3 (divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti) né dell'articolo 8 (diritto alla vita privata e familiare) della Convenzione Europea sui Diritti Umani.
Nella decisione di oggi, la corte di Strasburgo ha ritenuto che l'esame del caso non ha rivelato alcuna violazione della convenzione e pertanto ha respinto il ricorso come inammissibile e manifestamente infondato.