Pochi mesi fa, durante una conferenza sulle violenze della polizia contro i rifugiati, alcuni cittadini croati hanno assistito alla chiamata di alcuni attivisti a partecipare a un interrogatorio. Ora siamo di fronte a una sentenza non legalmente vincolante e una comunicazione opaca di informazioni, nonché l'impossibilità per un'istituzione nazionale indipendente sui diritti umani, il Difensore Civico, di accedere ai dati necessari per una valutazione.
Il governo croato indebolisce i diritti fondamentali
Restringendo lo spazio di azione per la società civile e chiunque critichi pubblicamente le politiche e le pratiche del partito al governo, si indeboliscono la democrazia e i diritti fondamentali. Questo mina anche lo stato di diritto, ma anziché realizzare indagini e prendere sul serio gli avvertimenti da parte del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, dell'UNHCR e di altre rilevanti istituzioni e organizzazioni, il Ministro dell'Interno continua a violare le norme nazionali e internazionali. Sono proprio questi avvertimenti il segnale che attivisti, volontari e chiunque aiuti i rifugiati non solo esprime solidarietà e sostegno a chi si trova in posizioni svantaggiate, ma che lo fa in conformità a norme precise.
La Croazia si unisce ai paesi UE che ostacolano le associazioni che aiutano i rifugiati
Purtroppo, la Croazia non è l'unica a porre in essere tali pratiche nei paesi dell'Unione Europea. Minacce, procedimenti penali e sanzioni per chi aiuta i rifugiati si registrano anche in Ungheria, Grecia, Italia e Francia. Da anni l'Ungheria, oltre a violare i diritti dei rifugiati, sta provando a punire e smantellare il lavoro di chi aiuta i rifugiati, il che ha portato ad una situazione per cui lo scorso mese il Parlamento Europeo ha votato a favore dell'attivazione di una procedura straordinaria per proteggere democrazia e libertà civili. Anche il governo italiano ha deciso di punire la solidarietà e si è spinto al punto di arrestare il sindaco di Riace, paese noto per le efficaci politiche di integrazione degli stranieri e disporre l'espulsione di chi vi si era insediato. La solidarietà, proclamata come uno dei valori europei fondamentali, sta perdendo sempre più significato e la Croazia si è unita all'elenco di paesi che puniscono la solidarietà e limitano le libertà delle organizzazioni per i diritti umani.
Piattaforma 112 chiede ai ministri di porre fine a questi attacchi
Piattaforma 112 denuncia il comportamento del Ministro dell'Interno e del Governo della Repubblica di Croazia che stanno provando a intimidire e criminalizzare le persone in movimento, oltre a chi li aiuta. La questione adesso è chi fermerà altre violazioni di diritti umani se il Ministro dell'Interno ha già smesso di rispondere alle richieste di risposte presentate da istituzioni indipendenti. Piattaforma 112 sollecita il Primo Ministro Plenković e il ministro Božinović a fermare immediatamente questi gravi attacchi da parte del Ministro dell'Interno nei confronti delle organizzazioni per i diritti umani, agevolare indagini da parte di istituzioni indipendenti e punire che viola i diritti umani anziché chi li protegge.