Di recente in Spagna ci sono stati molti casi di accuse a utenti Twitter e Facebook per aver usato questi social network per inneggiare al terrorismo o insultare le sue vittime.
Questi messaggi possono essere considerati “esaltazioni o giustificazioni del terrorismo” o costituire “offese o umiliazioni alle vittime del terrorismo” - reati puniti dall'articolo 578 del Codice Penale Spagnolo. Riportiamo qui due casi che hanno ricevuto ampia attenzione dalla stampa.
Il caso Guillermo Zapata
Guillermo Zapata è consigliere comunale di Madrid dalle ultime elezioni amministrative del 2015 e membro di una nuova piattaforma politica denominata “Ahora Madrid.”
Poco dopo il suo insediamento, è stata intentata una causa contro di lui per via di una serie di messaggi pubblicati su Twitter nel 2011 che, secondo la Procura, costituirebbero una grave offesa alle vittime del terrorismo.
Humor nero
I messaggi sono un esempio di humor nero, in particolare di scherno verso una vittima di terrorismo che aveva perso le gambe durante un attacco. Le battute erano citate tra virgolette e, secondo Zapata, facevano parte di una conversazione sulla libertà di espressione e sullo humor nero: il loro unico scopo era di rappresentare degli esempi di battute di cattivo gusto.
In un primo momento il giudice istruttore ha archiviato il caso, in quanto a) la vittima in questione ha dichiarato in tribunale di non sentirsi umiliata da queste battute e b) sebbene le battute possano essere considerate moralmente riprovevoli, lo humor nero è tutelato dalla libertà di espressione.
Caso chiuso e riaperto
L'ufficio del procuratore ha ripescato il caso dall'archivio e la Camera Penale dell'Alta Corte Nazionale ha stabilito che il caso dovesse essere riaperto, che Zapata dovesse testimoniare e che occorreva stabilire se si fosse sentita umiliata non soltanto la singola vittima a cui le battute si riferivano, ma anche la comunità delle vittime del terrorismo nel suo complesso.
Dopo l'interrogatorio il giudice istruttore ha archiviato nuovamente il caso, sostenendo che l'accusato non intendeva umiliare le vittime.
Ciononostante l'Alta Corte Nazionale ha nuovamente ordinato di riaprire il caso (e di dar luogo al processo) in quando spetta ad un tribunale penale, e non ad un giudice istruttore, stabilire se battute di questo genere rientrino o meno nella libertà di espressione.
Il caso César Strawberry
César Montaña, alias César Strawberry, è autore, compositore e cantante del gruppo rap/metal Def Con Dos, noto per il suo sarcasmo e humor nero.
E' una delle persone arrestate nel maggio 2015 durante un'operazione di polizia contro gli utenti Facebook e Twitter che, secondo le autorità, avevano commesso reati di esaltazione del terrorismo, umiliando le vittime o insultando la monarchia.
In particolare, è stato processato per i messaggi pubblicati nel 2013 e nel 2014 in cui usava il sarcasmo per insultare – fino ad augurarne la morte – varie autorità pubbliche spagnole, compreso il re di Spagna, e prendeva in giro alcune vittime del terrorismo.
Noto per il suo sarcasmo
Il giudice istruttore ha deciso di archiviare il procedimento penale contro di lui perché, sebbene tutti i messaggi fossero privi di tatto, rihttp://bertie.liberties.eu/news/6794/translations/new?lang=itentravano tuttavia nella critica sociale. Considerato che l'autore è noto per il suo uso del sarcasmo e dell'ironia, il giudice ha ritenuto che i messaggi dovessero essere tutelati dalla libertà di espressione.
Inoltre, secondo il giudice, l'intento di Strawberry era di enfatizzare la sua opposizione alle opinioni politiche delle persone che citava, non di glorificare le organizzazioni terroristiche o i loro membri.
Anche in questo caso, la Camera Penale dell'Alta Corte Nazionale ha ordinato che il processo continuasse, sostenendo che molti dei messaggi potevano essere considerati in difesa del terrorismo e che un processo doveva aver luogo affinché un tribunale penale potesse stabilire se questi messaggi Twitter costituivano un reato o meno.
Legislazione anti-terrorismo controversa
Dovremo attendere per sapere cosa decideranno alla fine i tribunali spagnoli in questi casi. Occorre ricordare che dopo la sua visita alla Spagna nel 2008, l'inviato speciale delle Nazioni Unite su terrorismo e diritti umani ha sollecitato la Spagna a rivedere la sua definizione di reato di apologia del terrorismo.
La revisione assicura che nella definizione “rientrino soltanto quegli atti volti ad incitare il terrorismo, con un rischio reale che un crimine di questo tipo possa effettivamente essere commesso,” e quindi non può essere applicata alle opinioni.
Questa classificazione penale, a suo parere, “non dovrebbe essere usata come mezzo per limitare la libertà di espressione.” Di recente ha ribadito la sua posizione quando gli è stato chiesto di esprimersi sul tema in occasione di un'intervista a Rights International Spain.