Il rifiuto di accedere al sistema di richiesta di protezione internazionale e l'espulsione illegale di migranti dal territorio croato attraverso le frontiere "verdi" verso i paesi vicini, sono accompagnati da pratiche sempre più violente e crudeli, tra cui perquisizioni corporali, scosse elettriche, pestaggi, marchiature a fuoco, sparatorie e detenzione arbitraria di migranti, compresi i bambini.
Le organizzazioni e i media segnalano pratiche violenti e illegali
Oltre al Centro per gli studi sulla pace, diverse organizzazioni e istituzioni, così come diversi media nazionali e stranieri, hanno segnalato le violazioni dei diritti umani, come la Rete di monitoraggio della violenza alle frontiere, le ONG Are You Syrious, Amnesty International e Human Rights Watch, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti dei migranti, il Consiglio d'Europa, il Difensore civico e gli eurodeputati. Anche il presidente della Repubblica di Croazia, Kolinda Grabar Kitarović, ha maldestramente confermato alla televisione svizzera che si stavano effettuando espulsioni violente e illegali. Tuttavia, nonostante gli avvertimenti e il riconoscimento di questi gravi abusi e violazioni delle leggi nazionali, europee e internazionali sui diritti umani, la Commissione europea ha dato il via libera alla Croazia per entrare nell'area Schengen, anche se la Commissione europea ha riconosciuto che queste accuse e la tutela dei diritti umani rappresentano una grande sfida.
Violazioni sono diventate sistemiche
La perseveranza delle autorità croate nel non perseguire le irregolarità conferma la natura sistemicha di queste pratiche, come dimostrato dalla mancanza di indagini efficaci (per un periodo di tre anni), dalla mancanza di controllo civile sul lavoro della polizia, dall'assenza di meccanismi di monitoraggio indipendenti nelle zone di confine e dal rifiuto di accesso alle informazioni sulle azioni di polizia al Difensore dei diritti umani e al Meccanismo nazionale di prevenzione, nonché dal discredito del loro lavoro.
L'uso frequente e non autorizzato delle armi, ma anche il numero crescente di testimonianze di agenti di polizia sull'organizzazione di azioni illegali e sugli ordini illegali che sono tenuti a seguire, dimostrano la gravità delle violazioni.
Gli agenti di polizia testimoniano le violazioni in forma anonima
Una lettera anonima scritta da agenti di polizia al difensore civico conferma che l'uso delle armi durante le espulsioni illegali di migranti dal territorio croato è una pratica comune. Un altro agente di polizia ha confermato in un'intervista anonima rilasciata quest'estate che gli ordini di rifiutare le domande di asilo e il trattamento illegale provengono dai loro superiori. La più recente testimonianza di un ufficiale di polizia indica che la polizia è coinvolta in azioni illegali al più alto livello della gerarchia, e descrive la struttura illegale della stessa "unità", che utilizza metodi illegali per evitare di archiviare le prove di deportazioni illegali effettuate, tra cui la detenzione arbitraria nei garage, la separazione delle famiglie e l'uso illegale di cani da combattimento.
Oltre al forte aumento della violenza contro i migranti, il 2019 è stato segnato anche dalla professionalità di coraggiose forze dell'ordine che si sono schierate dalla parte del rispetto dei diritti umani e della difesa degli individui, non esitando a testimoniare di denunciare la violenza della polizia quando gli ordini provenivano dalla gerarchia, e di porre fine a queste pratiche illegali di deportazione e di trattamento dei migranti.