A suo parere, la reputazione del paese e la limitata comprensione della lingua ceca hanno messo il paese al riparto da aspre critiche nei confronti del dibattito pubblico sulla crisi dei migranti.
Paura dell'ignoto
“Se alcune delle cose che sono state dette in questi giorni in Repubblica Ceca fossero state ascoltate, per esempio, dalla Francia o dalla Germania, avrebbero suscitato indignazione. Non soltanto per via del differente clima all'interno della società, ma anche perché il resto del mondo lo avrebbe immediatamente notato,” ha aggiunto Stroehlein. Al contrario, afferma, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, tre dei quattro paesi del gruppo di Visegrad, vivono “isolati in una confortevole campana di vetro.”
Nella Repubblica Ceca, il gruppo più apertamente schierato contro i rifugiati è Non Vogliamo l'Islam in Repubblica Ceca, guidato dal biologo Martin Konvicka. “Stranamente, la retorica più estrema e anti-mussulmani proviene da un paese in cui non c'è assolutamente esperienza [con i mussulmani],” ha dichiarato un rappresentante di Human Rights Watch.
Ma ben più grave, secondo Stroehlein, è il sostegno che questi gruppi ottengono dal presidente ceco Milos Zeman nelle interviste sui media. Tra le dichiarazioni pubbliche del presidente c'è stata anche quella rivolta a tutti rifugiati per rimarcare che nessuno li aveva invitati.
Uscire dalla campana di vetro
“E' strano. Penso che se questo fosse successo in un altro paese dell'UE con una lingua più conosciuta, avrebbe portato ad una situazione completamente differente,” ha affermato Stroehlein. Alcune dichiarazioni controverse da parte di politici e attivisti cechi sono state tradotte in inglese e postate su internet da Jan Culik.
“Quando tutto questo esce dalla campana di vetro ceca e alcuni articoli e citazioni vengono tradotti, gli altri iniziano a farsi domande. E' quanto sta lentamente accadendo. Questo dibattito pubblico dovrebbe essere diffuso,” ha sottolineato Stroehlein.
Non è la prima volta che i politici cercano di trarre vantaggio dalle preoccupazioni e dalle paure dei cittadini. “Non è una novità. Ma penso che sia più forte e più mainstream che mai. E questo è preoccupante,” ha dichiarato un rappresentante di Human Rights Watch.