Frustrato dal non essere riuscito ad espellere quasi uno su due i richiedenti asilo respinti, il governo tedesco sta intensificando gli sforzi per mandare queste persone fuori dal paese. Il 13 febbraio il ministro dell'Interno Horst Seehofer (CSU) ha presentato un disegno di legge di 74 pagine denominato "Geordnete-Rückkehr-Gesetz", che si traduce approssimativamente in "Legge sul rientro strutturato".
Il disegno di legge introdurrebbe la "detenzione preparatoria" prima della deportazione e permetterebbe alle autorità di trattenere i richiedenti asilo respinti senza una decisione del tribunale - cosa che è incostituzionale. Inoltre, i motivi della detenzione sarebbero estesi (supponendo che gli individui possano fuggire) e gli standard di detenzione sarebbero abbassati (le persone che non hanno commesso alcun crimine potrebbero finire in prigione). Chiaramente, il signor Seehofer non ha letto il nostro articolo sulle alternative alla detenzione di immigrati e sugli effetti dannosi della detenzione.
Inoltre, il ministro degli interni vuole rendere più difficile l’ottenimento di permessi di soggiorno per rifugiati tollerati ("Duldung"), uno status che consente ai suoi beneficiari di lavorare e partecipare alla formazione professionale. Se dipendesse dal signor Seehofer, agli individui di "paesi d'origine sicuri" verrebbe generalmente negato un Duldung, discriminando esclusivamente sulla base della nazionalità.
Il fatto che il ministro degli interni tedesco stia favorendo politiche di migrazione dure non è una novità. L’elemento nuovo è, invece, che ora sta prendendo di mira anche la società civile.
Criminalizzazione della società civile - ora anche in Germania?
Abbiamo visto un numero crescente di stati dell'UE che criminalizzano gli aiuti dei migranti. In Francia, una legge sull'immigrazione minaccia fino a cinque anni di reclusione e una multa di € 30.000 per chiunque "tenta di facilitare l'ingresso, il movimento o la residenza illegali di uno straniero" ; in Ungheria, praticamente qualsiasi sostegno per i rifugiati è un reato; in Italia il nuovo governo ha dichiarato che alle ONG è proibito soccorere persone nel Mediterraneo; e la lista continua. Ora il virus ha contagiato anche la Germania.
Il disegno di legge del signor Seehofer - chiamato amorevolmente “fuck-off-law” dagli attivisti - stabilisce che chiunque pubblichi e diffonda date o periodi di voli di espulsione, sia tramite newsletter o tramite social media, sarà punito fino ai tre anni di reclusione. Questa forma di censura è contraria alla legge sui diritti umani, alla libertà di espressione e di stampa, come previsto dall'Articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Questa misura è chiaramente correlata agli sfratti molto controversi dei cittadini afghani. Centinaia di afghani sono stati deportati nel loro paese devastato dalla guerra e nel 2019 continuano i voli di deportazione. Questo è ciò che rende la proposta di criminalizzare la pubblicazione delle date di espulsione così problematica. Le deportazioni in Afghanistan sono oggetto di un intenso dibattito pubblico e sono motivo di numerose manifestazioni negli aeroporti.
Inoltre, la pubblicazione delle date di espulsione dà alle persone l'opportunità di presentare ricorso in tribunale. Le deportazioni illegali sono spesso fermate dall'intervento giudiziario. Secondo l'organizzazione tedesca Pro Asyl, sui casi di espulsione, la Corte federale di giustizia ha corretto una decisione su tre dal 2015.
Recentemente, la Corte costituzionale federale ha fermato in extremis la deportazione di uno dei due padri etiopi che vivevano in Germania da oltre cinque anni e avevano completato una formazione professionale.
Le deportazioni illegali possono avere conseguenze disastrose per le persone colpite, specialmente se vengono ricondotte in uno stato in cui saranno perseguitate. L'annuncio di un volo di espulsione programmato può quindi essere essenziale per la tutela legale delle persone interessate.
La criminalizzazione degli attivisti per i diritti umani può scoraggiare le persone ad aiutare gli altri. Ci siamo abituati a vedere lo spazio della società civile restringersi in Ungheria. Ora che il virus ha raggiunto la Germania, dobbiamo assicurarci che sia neutralizzato in modo decisivo sin dall'inizio.