Nel mese di luglio 2017, 14 minori non accompagnati tra i 15 e i 17 anni sono stati trattenuti nell’hotspot di Taranto per molti giorni, in condizioni igieniche terribili e senza la possibilità di lasciare la struttura o di contattare i loro genitori.
I minori sono originari di Bangladesh, Gambia, Senegal, Costa d’Avorio, Mali e Ghana. Le condizioni in cui erano trattenuti sono state rivelate dagli avvocati dell’ASGI Maria Cesarea Angiuli e Dario Belluccio dopo aver visitato l’hotspot. Sono stati accompagnati dalla deputata Annalisa Pannarale, che ha reso possibile la visita.
Di fatto, gli hotspot sono inaccessibili da avvocati, giornalisti e familiari dei migranti, mentre a questi ultimi non è consentito uscire. Per questi motivi, gli avvocati dell’ASGI hanno immediatamente presentato un ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani (Corte EDU), che a gennaio ha dichiarato ammissibile il caso.
L’Italia contesta le violazioni
Le presunte violazioni di diritti umani da parte del governo italiano riguardano l’Articolo 3 (divieto di tortura), l’Articolo 5 (diritto alla libertà e alla sicurezza), l’Articolo 8 (diritto al rispetto della vita privata e familiare) e l’Articolo 13 (diritto ad un ricorso effettivo) della Convenzione Europea sui Diritti Umani (CEDU).
In particolare, sarebbe stato violato il diritto alla libertà personale perché tutti i minori non accompagnati sono stati trattenuti senza un ordine scritto, senza la possibilità di ricorrere in appello e addirittura di comunicare con chiunque fuori dall’hotspot. Purtroppo, non è la prima volta che un minore viene trattenuto in questa struttura.
I minori vivevano in condizioni inumane e degradanti e condividevano gli spazi sovraffollati della struttura con gli adulti. E’ importante sottolineare che il diritto comunitario considera gli hotspot dei luoghi non adeguati all’accoglienza dei minori, che non dovrebbero mai essere trattenuti in tali strutture.
In questo caso, non solo sono stati trattenuti dei minori, ma è stato anche negato loro l’accesso a un tutore legale, sono stati lasciati soli, senza assistenza legale, sociale, sanitaria e psicologica.
Richiesta di chiarimenti
In seguito all'ammissione del ricorso, la Corte EDU ha chiesto al governo italiano chiarimenti rispetto al fatto che dei minori sono stati trattenuti illegalmente nell'hotspot.
"La richiesta di chiarimenti da parte della Corte EDU al governo italiano è un risultato importante per contrastare la mancanza di protezione dei minori che abbiamo trovato nell’hotspot di Taranto – spiegano gli avvocati dell’ASGI – Considerata la gravità della questione e le violazioni sistematiche riscontrate, i ricorsi sono un modo per gettar luce su come funzionano realmentei cosiddetti hotspot”.