L'introduzione di una nuova e profondamente viziata legge contro la tortura è un'occasione mancata per l'Italia per dimostrare il suo impegno in tema di diritti umani e di obblighi internazionali.
Il percorso verso la creazione di una legge specifica che inserisse il reato di tortura nel codice penale italiano, un processo iniziato 28 anni fa, sta per concludersi. L'Italia finalmente adempirà agli obblighi cui ha aderito quando ha firmato la Convenzione ONU contro la Tortura nel 1989. L'Articolo 4 della Convenzione prescrive:
1. Ogni Stato parte vigila affinché tutti gli atti di tortura vengano considerati quali trasgressioni nei confronti del suo diritto penale. Lo stesso vale per i tentativi di praticare la tortura o ogni atto commesso da qualsiasi persona, che rappresenti una complicità o una partecipazione all'atto di tortura.
2. Ogni Stato parte rende tali trasgressioni passibili di pene adeguate che tengano conto della loro gravità.
Troppo tempo perso
Su sollecitazione delle associazioni per i diritti umani e civili, tra cui Antigone e Amnesty International, il governo, con imperdonabile ritardo, qualche hanno fa ha avviato la stesura di una legge per consentire di punire un comportamento come reato di tortura, anziché applicare sentenze per reati generici con pene e responsabilità minori, come accaduto per troppi anni.
La discussione in Senato è partita nel 2013, ma ci sono voluti tre anni prima che venisse modificata e approvata dalla Camera dei Deputati e in seguito rinviata al Senato. A luglio 2016, la lettura è stata sospesa e si è arrivati all'approvazione di un disegno di legge che ha subito cambiamenti talmente grandi da renderlo incompatibile con la definizione di tortura fornita dall'ONU.
Una legge vaga
Quella che il Senato alla fine si appresta ad approvare è una legge considerata inaccettabile sia da Antigone che da Amnesty International Italia: non solo la definizione di tortura è volutamente vaga e di difficile applicazione, non rispettando così la Convenzione ONU e le sue prescrizioni, ma limita anche la nozione di tortura mentale a livello inaccettabile, se si considerano gli strumenti e i metodi della tortura contemporanea.
Per quanto sia positivo il fatto che l'Italia stia per avere un vero reato di tortura nel suo codice penale, sembra proprio che il governo italiano ancora una volta non abbia osservato i suoi obblighi internazionali in maniera adeguata, con una legge che arriva con un ritardo di 28 anni, confusa e ben al di sotto le aspettative.