Marco Cappato – uno dei leader dell’Associazione Luca Coscioni, membro della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili (CILD) – è sotto processo per aver aiutato Fabio Antonioni, meglio conosciuto come DJ Fabo, a recarsi in Svizzera per porre fine alla sua vita.
Nel 2016 DJ Fabo, paralizzato e ceco a seguito di un incidente avvenuto nel 2014, ha chiesto a Marco Cappato di aiutarlo a portare a termine un suicidio assistito in Svizzera. Il 27 febbraio 2017 Cappato ha portato in macchina DJ Fabo in una clinica svizzera dove la procedura viene attuata. Il processo contro Cappato è iniziato l’8 novembre 2017.
I PM chiedono l’assoluzione
Ai sensi dell’articolo 580 del codice penale italiano, aiutare qualcuno a porre fine alla propria vita è un reato punibile con una pena da 5 a 12 anni di carcere. Cappato era consapevole delle implicazioni penali delle sue azioni e si è costituito alla polizia una volta tornato a Milano, il giorno dopo il suicidio assistito di DJ Fabo. Cappato ha chiesto il giudizio immediato dopo che il giudice ha disposto che i PM lo accusassero di aver rinforzato la volontà di DJ Fabo di uccidersi.
Il 17 gennaio 2018 i PM hanno chiesto l’assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Il Tribunale di Milano ha fissato un’udienza per il 14 febbraio 2018 per la pronuncia della sentenza definitiva. Sia i pubblici ministeri che la difesa hanno presentato un ricorso sulla legittimità costituzionale dell’articolo 580 del Codice Penale.
Al Tribunale la decisione se accogliere la domanda di legittimità costituzionale, interrompendo così il processo e rinviando la questione alla Corte Costituzionale, o respingerla e pronunciare la sentenza nella data in cui è stata fissata l’udienza.
Sentenza della Corte Costituzionale ancora in bilico
La Corte Costituzionale italiana il 23 ottobre 2018 si è incontrata per discutere la questione di costituzionalità dell’articolo 580. Il giorno successivo, la Corte ha deciso di sospendere il procedimento contro Marco Cappato e di riunirsi nuovamente il 24 settembre 2019, invitando il Parlamento ad intervenire entro tale data, riconoscendo il “rispetto di alcune situazioni che meritano protezione e vanno bilanciate con altri beni di interesse costituzionale”.
In mancanza di un intervento legislativo, la Corte si riunirà nel 2019 per rivalutare la questione di costituzionalità. Fino ad allora, il procedimento di fronte al Tribunale di Milano è sospeso.