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Le più grandi proteste da 25 anni contro la classe politica rumena

A seguito di un incendio in un nightclub di Bucarest che ha causato decine di vittime, 70,000 persone sono scese nelle strade delle città rumene per protestare contro la corruzione della classe politica.

by Dollores Benezic
Image: Mihnea Ciulei - Flickr/CC content
Per oltre una settimana, la Romania ha vissuto i suoi più gravi disordini socio-politici degli ultimi 25 anni. I cittadini sono indignati dalla corruzione e indifferenza della classe politica.

Due incidenti mortali

Il primo incidente che ha fatto scatenare le proteste è stata la morte di un poliziotto che stava guidando la sua moto ad oltre 100 km orari nel centro di Bucarest per aprire la strada al Ministro dell'Interno Gabriel Oprea. Il poliziotto è caduto a causa di una buca ed è morto il 21 ottobre. L'incidente ha scatenato un acceso dibattito sulla legalità della scorta, a cui il ministro non aveva diritto in base alla legge. Il ministro Oprea si è rifiutato di assumersi responsabilità e di dimettersi.

Il 30 ottobre, durante un concerto rock nel nightclub Colectiv di Bucarest è scoppiato un incendio che ha causato la morte di 45 persone e oltre 150 feriti. Ottanta tra i feriti (inclusi quattro quindicenni, tutti gli altri erano giovani tra i 25 e i 35 anni) sono ancora in condizioni critiche e sono ricoverati in 11 ospedali di Bucarest.

Questa tragedia è stata la scintilla che ha scatenato la rabbia dell'opinione pubblica, soprattutto perché le autorità si sono rifiutate di assumersi responsabilità. Il club era stato autorizzato ad operare dalle autorità cittadine, nonostante lo spettacolo prevista quella notte, che comprendeva fuochi d'artificio, non aveva l'autorizzazione dei vigili del fuoco.

Ponta si dimette

Dopo i tre giorni di lutto indetti dal governo, il 3 novembre i rumeni sono scesi in strada. Oltre 25,000 persone hanno protestato di fronte agli edifici del governo, chiedendo le dimissioni sia del governo che del sindaco che aveva autorizzato l'apertura del nightclub.


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Il giorno successivo, il Primo Ministro Victor Ponta ha annunciato le dimissioni del suo governo. Il giorno dopo, i manifestanti sono scesi in strada in massa, chiedendo un intervento concreto per combattere la corruzione e cambiare l'intera classe politica. Mercoledì 4 novembre oltre 70,000 persone sono scese per le strade del paese; 30,000 nella sola Bucarest.

Il 5 novembre, terzo giorno di proteste, il Presidente Klaus Johannis ha dato inizio alle consultazioni con i partiti politici per individuare un nuovo primo ministro. Ha invitato a queste consultazioni anche rappresentanti della società civile e dei manifestanti. Questo ha scatenato un ulteriore dibattito, perché i movimenti che sono scesi in piazza sono spontanei e non hanno ancora dei leader.

Le proteste continueranno

I rumeni sono determinati a continuare a scendere in strada ogni sera dopo le 18:00, bloccando la zona centrale di Bucarest e delle altre principali città. Anche se sembrano causate dai due incidenti citati in cui sono morte delle persone, queste proteste (che sono le più massicce dalla rivoluzione anticomunista del 1989) sono il risultato di lamentele accumulate nel corso di molti anni.

Molti politici e funzionari rumeni sono indagati per corruzione e qualcuno è stato condannato. Alcuni di loro continuano a sedere in Parlamento o ad assumere posizioni di potere.

Peccatori

Per la prima volta, le proteste si stanno indirizzando anche alla Chiesa Ortodossa, che ha avuto un atteggiamento ostile a seguito dell'incendio nel nightclub, affermando che le vittime erano sataniste in quanto stavano ascoltando musica rock.

I manifestanti chiedono le dimissioni del Patriarca della Chiesa Ortodossa Rumena e l'imposizione di tasse alla Chiesa, che è una delle istituzioni private più ricche della Romania.

La situazione è in evoluzione e continueremo a fornire aggiornamenti.


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