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Legge sul testamento biologico entra in vigore in Italia

Ora è possibile dare istruzioni sull'assistenza medica che si vuole ricevere nel caso in cui una grave malattia o un'incapacità mentale impediscano di farlo.

by Giulia Buosi

La possibilità di scegliere

Nel mese di dicembre 2017 il Parlamento Italiano ha approvato una nuova legge sul testamento biologico, la n. 219/2017, nota come Dichiarazione Anticipata di Trattamento (DAT).

La legge riconosce finalmente a tutti gli adulti nel pieno possesso delle capacità mentali la possibilità di dare indicazioni formali riguardo ai trattamenti medici che si intendono ricevere nel caso in cui non fosse più possibile fare questa scelta per via di una malattia o di un'incapacità mentale.

La legge rappresenta una grande conquista per le molte associazioni e i partiti che da anni lottano e organizzano campagne per ottenere l'approvazione di una direttiva sull'assistenza sanitaria avanzata. L'Associazione Luca Coscioni, membro della Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, è una delle ONG più attive sul tema e sul suo sito è possibile trovare tutte le informazioni sulla DAT e su come compilare il testamento biologico.

Come compilare un testamento biologico

La DAT è inclusa nel testamento biologico, che è un documento formale e può essere compilato in tre modi:

  • Scrivendolo a mano;
  • Riempiendo un modulo disponibile sul sito dell'Associazione Luca Coscioni (che può essere adattato a seconda delle necessità individuali);
  • Se le condizioni fisiche della persona non le consentono di scrivere un testamento biologico, è possibile esprimere le proprie volontà e bisogni attraverso la registrazione di un video o con dispositivi tecnologici pensati per chi ha difficoltà a comunicare.

In questo modo i cittadini italiano possono scrivere le loro direttive sull'assistenza sanitaria avanzata in caso di futura malattia. E' sempre possibile modificarle, revocarle o riconfermarle.

La legge stabilisce la possibilità di nominare un fiduciario: chiunque può scegliere una persona (per esempio un familiare) che, grazie alla sua particolare posizione, possa interpretare in maniera corretta la direttiva sull'assistenza sanitaria alla luce delle evoluzioni mediche e scientifiche.

E' importante sottolineare il fatto che attraverso il testamento biologico non è possibile chiedere trattamenti medici contrari alla legge. Questo significa che il documento non può prevedere trattamenti medici illegali ai sensi della legge italiana, per esempio l'articolo 5 del Codice Civile che sancisce il divieto di cagionare una diminuzione permanente della integrità fisica se questo non è necessario per salvare la vita della persona.

Dopo aver scritto il testamento biologico, è possibile convertirlo in un atto ufficiale inviandolo alla pubblica amministrazione, per esempio al sindaco della città di residenza o a un notaio. Inoltre, se la regione di residenza regolamenta la raccolta e l'archiviazione dei testamenti biologici, è possibile inviarlo alle strutture sanitarie pertinenti.

Il prossimo passo: regolamentare l'eutanasia

Senza sottovalutare il grande passo che la legge rappresenta, quello che ancora manca è una legge che regolamenti l'eutanasia.

Al momento il termine 'eutanasia' comprende tutti gli interventi attivi o passivi che consentono di interrompere le sofferenze fisiche o mentali delle persone malate terminali, qualora vi sia il loro consenso inequivocabile. In Italia, nella sua forma attiva, l'eutanasia è ancora considerata omicidio.

Ancora una volta, è stata l'Associazione Luca Coscioni a presentare una proposta di legge di iniziativa popolare per regolamentare l'eutanasia, sottoscritta da 70,000 persone; tuttavia, vari partiti politici e la Santa Sede hanno manifestato aspre critiche rispetto a qualunque forma di legge che regolamenti l'eutanasia. Al momento, molti di quelli che vorrebbero sottoporsi ad eutanasia (e che hanno i mezzi sufficienti per farlo) decidono di viaggiare all'estero, soprattutto in Svizzera, dove la pratica è legale.

Il diritto all'auto-determinazione significa che chiunque si trovi in uno stato di sofferenza provocato da una malattia deve poter decidere di porre fine alla propria vita in modo dignitoso e sicuro.

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