Technologie e Diritti

Olanda: lettera di convocazione a Mark Zuckerberg di Facebook

La lettera, scritta da un gruppo di cittadini e di associazioni che si occupano di privacy, gli chiede di intervenire nel dibattito pubblico sulla protezione dei dati personali.

by Nina Kesar
Image: Maurizio Pesce - Flickr/CC content
Quattro associazioni di interesse pubblico insieme a vari cittadini olandesi utenti di Facebook, WhatsApp e Instagram, hanno inviato una lettera a Mark Zuckerberg a seguito della sentenza epocale della Corte di Giustizia Europea sul caso Schrems.

Il 6 ottobre 2015 la Corte di Giustizia Europea ha invalidato l'Accordo Safe Harbor, che consentiva il trasferimento di dati personali su Facebook dall'Unione Europea agli Stati Uniti. La Grande Camera della Corte di Giustizia Europea ha ritenuto che la legge degli Stati Uniti non assicuri un livello di protezione equivalente a quello garantito nel sistema giuridico dell'Unione Europea.

WhatsApp, Facebook?

L'Agenzia per la Sicurezza Nazionale statunitense può accedere ai contenuti Facebook degli utenti dell'Unione Europea, senza che sia possibile alcun ricorso giudiziario. La Corte di Giustizia Europea ha stabilito che questo compromette l'essenza del diritto fondamentale alla privacy. Tali questioni non sono ancora state risolte.

Ad oggi, Facebook è stata assente dal dibattito che è scaturito da questa sentenza epocale. Tom Siedsma di Bits of Freedom ha dichiarato:

“Invitiamo Facebook a impegnarsi pubblicamente in un dialogo approfondito e trasparente volto a cercare una soluzione e a fare pressione sulle autorità affinché si trovi una soluzione. Facebook è invitata a condividere pubblicamente le sue attuali e future politiche e pratiche di trasferimento dati.”

A seguito di questa sentenza, Facebook ha continuato a trasferire dati personali dall'Unione Europea agli Stati Uniti. Bas Filippini di Privacy First ha dichiarato:

“Considerata la mancanza di un adeguato livello di protezione negli Stati Uniti, il continuo trasferimento di dati personali è evidentemente incompatibile con le leggi europee sulla protezione dei dati. Tale trasferimento viola i diritti di milioni di individui. Se questa situazione non viene presto risolta, avvieremo un'azione legale.”

Trovare una soluzione

Il 15 dicembre Facebook è stata invitata dallo studio olandese Boekx Advocaten a trovare una soluzione adeguata entro il 15 gennaio 2016. Se non dovesse farlo, le associazioni per i diritti civili e molti cittadini olandesi chiederanno al Tribunale dell'Aia di emettere un'ingiunzione ordinando a Facebook di interrompere immediatamente il trasferimento di dati personali verso gli Stati Uniti. Questo include tutti i servizi di Facebook, compresi WhatsApp e Instagram.

"Finché gli Stati Uniti non forniscono un adeguato livello di protezione contro la sorveglianza di massa, i dati personali non possono essere trasferiti negli Stati Uniti. Portare Facebook in tribunale sottolinea l'urgenza di risolvere questa questione,” ha dichiarato Jelle Klaas del Progetto Contenzioso Strategico Pubblico di NJCM, la sezione olandese del Comitato Internazionale di Giuristi. “Il nostro obiettivo non è oscurare milioni di pagine di utenti, ma potenziale l'attuale livello di protezione della privacy. Speriamo che una soluzione possa essere presto trovata dai legislatori.”

Tra i firmatari della lettera ci sono Privacy First Foundation, Bits of Freedom, Public Interest Litigation Project PILP e la Dutch Platform for the Protection of Civil Rights, oltre a molti cittadini olandesi utenti di Facebook, WhatsApp e Instagram (come la signora Quirine Eijkman e il signor Menso Heus, entrambi di Amsterdam). Qui puoi leggere la lettera.

La risposta di Facebook

Facebook ha risposto rapidamente lo stesso giorno alla lettera che chiede di interrompere i trasferimenti UE-USA fino a quando le leggi statunitensi non rispetteranno il sistema di protezione dei dati dell'Unione Europea. Matt Steinfeld, portavoce di Facebook, ha rilasciato un comunicato a Forbes:

"Facebook usa gli stessi meccanismi che migliaia di altre compagnie europee usano per trasferire i dati in maniera legale dall'UE agli USA e ad altri paesi nel mondo. Riteniamo che la soluzione migliore al dibattito in corso sul trasferimento di dati transatlantici sia un nuovo accordo Safe Harbor con tutele adeguate per i cittadini europei.”

"Siamo consapevoli che le autorità dell'Unione Europea e statunitensi stanno lavorando sodo per mettere in piedi un accordo di questo tipo il prima possibile. Confidiamo sul fatto che questi gruppi siano impegnati con i loro rispettivi governi in questo processo di collaborazione per arrivare ad una conclusione efficace.”

Otto Volgenant di Boekx ha dichiarato su Liberties.eu:

“Questa dichiarazione di Facebook è soltanto un copia-incolla di precedenti sue affermazioni sul tema. Abbiamo invitato Facebook a partecipare al dibattito pubblico in modo significativo. La protezione della privacy è una questione importante per tutti gli utenti Facebook.”




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