Non solo Vicktor Orban ha espresso il suo desiderio che l'Ungheria abbandoni la democrazia liberale, ma il suo governo sta prendendo sempre più pesanti misure contro la società civile nel paese – in particolare, contro le ONG ungheresi che stanno implementando il programma EEA e hanno ricevuto i relativi fondi.
Due organizzazioni non-governative indipendenti che operano nel campo della tutela ambientale e dei diritti umani, Okotars e DemNet – del programma ONG in Ungheria – hanno subito l'ennesima irruzione pochi giorni fa. Le sedi delle organizzazioni sono state perquisite senza preavviso, e i computer privati sono stati confiscati. La società civile ungherese è rimasta scioccata, specialmente sulla scia dei commenti fatti dal Primo Ministro Orban sul come lui stia seguendo l'esempio della Federazione Russa (le incursioni nelle case private citate nell'articolo sono già state confermate dai colleghi ungheresi).
Così il realizzatore del Programma EEA in Lituania, l'Istituto di Monitoraggio dei Diritti Umani, insieme agli operatori dei Programmi delle ONG di altri stati dell'Unione, ha fatto appello alla Commissione Europea, al Parlamento Europeo e al Commissario Europeo per i Diritti Umani e sta raccogliendo firme dalle ONG e dai cittadini nei rispettivi paesi.
Perché stiamo facendo questo? Perché crediamo che azioni punitive infondate contro organizzazioni non-governative indipendenti, sia che lavorino nel campo dei diritti umani, sia che supportino il lavoro sui diritti umani, violino i valori fondamentali di una democrazia. La persecuzione della società civile viola i valori fondamentali e le principali disposizioni normative dell'Unione Europea.
Invitiamo tutte le organizzazioni solidali a firmare l'appello in sostegno alla società civile in Ungheria – e, conseguentemente, in sostegno delle libertà civili di ognuno di noi.
Le firme saranno raccolte fino al 19 settembre su questo sito, dove è possibile leggere il testo della lettera. 145 organizzazioni civili hanno già espresso il loro sostegno.
Ulteriori informazioni sulla situazione in Ungheria sono disponibili qui, qui e qui.