Due donne polacche hanno registrato il loro bambino, nato nel Regno Unito, all’anagrafe polacco. Il certificato di nascita del Regno Unito presentava le due donne come genitori del bambino. Il capo dell'ufficio dell’anagrafe di Cracovia si era inizialmente rifiutato di trascrivere il certificato di nascita, sostenendo che fosse incompatibile con i principi fondamentali dell'ordinamento giuridico polacco. La madre del bambino ha contestato tale decisione e nell'ottobre 2018 La Corte amministrativa suprema (CAS) ha dichiarato ammissibile la trascrizione del certificato di nascita. Il CAS ha ribaltato la decisione sfavorevole e il capo dell'ufficio dell’anagrafe è stato costretto a riesaminare il caso. Infine, nel dicembre 2018, l'ufficio dell’anagrafe ha trascritto il certificato di nascita del bambino rispettando la sentenza del tribunale. Ma la storia non finisce qui, poiché un procuratore ha ritenuto che tale decisione violasse l'ordine pubblico della Polonia e ha contestato la trascrizione dinanzi alla Corte Amministrativa Provinciale (PAC) di Cracovia.
Il bene del bambino è la cosa più importante dice il tribunale
Nella sentenza del 10 ottobre 2018 il CAS ha sottolineato che il rifiuto di trascrivere il certificato di nascita costituisce una violazione dei diritti del bambino, sanciti dalla costituzione polacca, dalla Convenzione sui diritti del fanciullo e dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Facendo riferimento al diritto dell'UE e alle sentenze della Corte di giustizia dell'Unione europea, la CAS ha dichiarato che l'obbligo di trascrivere un certificato di nascita, effettuato al solo scopo di proteggere i diritti del bambino e di certificarne l'identità, non è contrario ai principi fondamentali dell'ordinamento giuridico polacco e ai principi dell'ordine pubblico. Di conseguenza, il CAS ha espressamente stabilito che era ammissibile trascrivere il certificato di nascita.
L'HFHR interviene
La Fondazione Helsinki per i diritti umani (HFHR) è intervenuta nella causa, comparendo nell’udienza dinanzi al PAC di Cracovia. La fondazione ha dichiarato che era impossibile riconsiderare la trascrizione del certificato di nascita del bambino, redatto all’estero, dal punto di vista dell'ordine pubblico. Ha sostenuto che le circostanze del caso erano state definitivamente chiarite dal CAS nella sua sentenza. L'HFHR ha sostenuto che il capo dell'ufficio dell’anagrafe e il PAC di Cracovia erano vincolati dalla valutazione della Corte amministrativa suprema. Abrogare il certificato di nascita di un bambino minerebbe la sentenza definitiva e vincolante del CAS, il che sarebbe anche incompatibile con l'Articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo (che garantisce il diritto a un processo equo) e con i principi di uno Stato democratico governato dalla legge. L'HFHR ha inoltre sostenuto che impedire la trascrizione di un certificato di nascita redatto all’estero deve essere considerata una violazione dei diritti garantiti dalla costituzione polacca e dal diritto internazionale, compreso quelli dell'UE.
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