Alla fine dello scorso anno, l'Associazione per la Tecnologia e Internet (ApTI) ha lavorato con Privacy International ad un progetto di indagine sulla sistematica mancanza di trasparenza riguardo agli accordi di scambio tra servizi segreti.
Abbiamo inviato alle commissioni parlamentari di controllo dei servizi segreti una sintesi sulla questione e una lettera ufficiale. Ulteriori dettagli sono disponibili qui.
Il progetto consiste nell'analisi dei meccanismi a disposizione per il controllo degli scambi tra servizi di intelligence di stati diversi. Per poter ottenere i dati necessari per l'analisi, Privacy International ha contattato le organizzazioni che esercitano il controllo sui servizi coinvolti negli accordi per la condivisione di dati.
5 domande
Nel progetto sono stati inclusi oltre 40 paesi. ApTI ha preso parte al processo in Romania, facilitando le comunicazioni tra Privacy International e gli organismi che esercitano un controllo democratico sui servizi di intelligence rumeni coinvolti negli accordi, in particolare le commissioni di vigilanza SIE e SRI.
Le domande poste ad entrambe le commissioni sono state le seguenti:
- Il governo e/o le agenzie di intelligence sono tenute ad informarvi sugli accordi presi con servizi di intelligence di altri paesi?
- Il vostro mandato include un controllo indipendente della condivisione delle attività di intelligence del vostro governo?
- Avete pieno accesso alle informazioni rilevanti sulle attività di condivisione degli interventi di intelligence del vostro governo?
- Avete il potere di esaminare le decisioni di condividere informazioni o di avviare le indagini indipendenti riguardo le attività dei servizi di intelligence del vostro governo?
- Cooperate con altri organismi di controllo, nazionali o esteri, nel monitorare la condivisione delle attività di intelligence del vostro governo?
Le risposte, arrivate tempestivamente, hanno rivelato una situazione sorprendente. Vale a dire che entrambe le commissioni di vigilanza, ma soprattutto l'SRI, hanno ammesso per iscritto di esercitare solo una supervisione superficiale sui loro rispettivi servizi di intelligence e che questa mancanza di controllo si estende in genere anche agli accordi di condivisione tra intelligence.
Commissione di controllo o gruppo di storici?
La risposta della commissione di controllo SIE ci dice da subito che le risposte alle nostre domande possono essere trovate nei documenti internazionali sugli accordi di cooperazione riguardo alle informazioni classificate, che, in base alle leggi in vigore, sono pubbliche. (Ulteriori dettagli sono disponibili sulla pagina ORNISS del governo rumeno).
In seguito viene citata la Decisione n. 44/1988, che contiene le attribuzioni alla commissione. In breve, la commissione può chiedere di avere accesso a qualunque cosa e i servizi sono tenuti a rispondere, ma solo se non si tratta di quei “documenti, dati e informazioni relativi alle attività di intelligence riguardanti la sicurezza nazionale attuale o futura, come considerato dalla Commissione, su raccomandazione del Consiglio Supremo della Difesa, oltre alle informazioni che potrebbero portare alla violazione della copertura degli operatori, all'identificazione delle fonti, dei metodi operativi e degli strumenti di lavoro usati dall'intelligence per ottenerli, in maniera tale da non violare la Costituzione e la legge in vigore.”
La commissione è una sorta di squadra di storici che può ottenere informazioni, purché queste non siano aggiornate. Controllare in queste circostanze non può che essere un'illusione.
Ma non è tutto. Abbiamo anche riscontrato che “[...] riguardo all'accesso dei membri della commissione alle informazioni rilevanti riguardo la condivisione tra servizi di intelligence, considerata la sua competenza e le situazioni concrete che sono arrivate all'attenzione della commissione, queste informazioni possono essere ottenute su richiesta e con il consenso delle parti coinvolte.” Quindi il controllo può essere effettuato solo se “le parti coinvolte sono daccordo”.
Mancanza di un controllo efficace
La risposta della commissione di controllo SRI è ancora più schietta ed evidenzia ulteriormente come queste commissioni siano ostacolate. Diversamente dalla risposta della commissione di controllo SIE, l'SRI contiene risposte singole ad ognuna delle 5 domande:
1. “Il governo e/o le agenzie di intelligence sono tenute ad informarvi degli accordi presi con servizi di intelligence di altri paesi?”
La risposta alla prima domanda è quasi identica a quella ricevuta dalla commissione di controllo SIE. Si fa riferimento ai poteri della commissione e della legge che definisce la sua autorità. Continua citando il clamoroso avvertimento su come questi poteri si limitino a informazioni storiche / irrilevanti riguardo alle attività correnti del servizio “supervisionato”.
2. “Il vostro mandato include un controllo indipendente della condivisione delle attività di intelligence del vostro governo?”
La risposta alla seconda domanda dice chiaramente che non c'è alcun controllo da parte della commissione sulla condivisione dell'intelligence: “Ripetiamo che la dichiarazione di cui sopra, in particolare sul fatto che le competenze della Commissione sono esercitate solo in relazione all'SRI, non in relazione al governo/stato. Di conseguenza, non c'è un mandato generale alla commissione di realizzare un controllo indipendente delle attività di condivisione dell'intelligence da parte di governo/stato.”
3, 4. “Avete pieno accesso alle informazioni rilevanti sulle attività di condivisione degli interventi di intelligence del vostro governo? Avete il potere di esaminare le decisioni di condividere informazioni o di avviare le indagini indipendenti riguardo le attività dei servizi di intelligence del vostro governo?”
La risposta alla terza domanda ripete quella data alla prima domanda. La risposta alla quarta questione descrive, ancora una volta, la mancanza di un controllo efficace da parte della commissione sulla condivisione dell'intelligence.
5. “Cooperate con altri organismi di controllo, nazionali o esteri, nel monitorare la condivisione delle attività di intelligence del vostro governo?”
La risposta alla quinta domanda contiene, alla fine, un'informazione che descrive in modo perfetto la reale relazione di potere tra la commissione di controllo e i servizi di intelligence che teoricamente la prima dovrebbe controllare: “Solitamente, tali accordi creano delle regole applicabili a tutte le attività di cooperazione e a tutti i contatti futuri che hanno luogo tra partner e che contengono o riguardano informazioni raccolte”.
Quello che emerge dunque su come le commissioni esercitino un controllo sulle attività di quei servizi è che non c'è un controllo efficace. Questo non è accettabile in una società democratica.