Secondo la attuale legge polacca, se qualcuno viene accusato di un reato non ha né il diritto di rivolgersi al proprio avvocato, fintanto che le indagini sono ancora in corso, né il diritto di controllare le carte processuali relative alle accuse a suo carico. La settimana scorsa, la Corte costituzionale polacca ha invalidato queste norme.
Nella sua sentenza, la Corte Costituzionale ha sottolineato il fatto che la Costituzione polacca, in tutte le cause penali, garantisce agli imputati il diritto di difesa in tutte le fasi del procedimento. La Corte prosegue affermando che in molti casi il diritto costituzionale alla difesa deve essere inteso in modo più ampio di quanto non sia attualmente.
Nei procedimenti penali, l'accesso all'assistenza legale è concesso solo durante lo svolgimento del processo e non durante la fase di indagine preliminare. Inoltre il Difensore civico polacco, nel riferire sul caso attraverso un atto congiunto con la corte, indicò quale problema più generale quello della mancanza di regolamenti che disciplinassero l'accesso ai fascicoli durante la fase istruttoria.
Durante il caso, è stato redatto un parere in quanto amicus curiae, tra gli altri, dalla Open Society Justice Initiative. L'organizzazione ha affermato che le attuali norme in materia di procedimenti nei confronti di chi è accusato di un reato minore rappresentano una grave violazione del diritto ad un giusto processo, diritto garantito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dal Patto internazionale sui diritti civili e politici, e da altri trattati e documenti riconosciuti a livello internazionale.
In quanto parte del programma di Stoccolma, l'Unione europea ha approvato una serie di direttive volte ad elevare gli standard processuali per le persone indagate ed imputate, così come per le vittime dei reati. Ora i paesi dell'UE sono obbligati a prevedere il diritto di accesso all'assistenza di un avvocato durante tutto il processo, dal primo interrogatorio della polizia. La presente direttiva si applica anche alle cause per reati minori.
"Gli Stati membri dell'UE sono obbligati a prevedere il diritto di difesa in materia penale per reati gravi e meno gravi”, dice Irmina Pancho, un avvocato della Helsinki Foundation for Human Rights. "La sentenza della Corte Costituzionale dimostra che la direttiva si applica anche ai reati minori. La scadenza per la sua piena attuazione da parte degli Stati membri dell'UE è il 27 novembre 2016".
Il caso è stato seguito da Zaza Namoradze, direttore dell'ufficio di Budapest della Open Society Justice Initiative.