A dicembre dello scorso anno, in Italia c'è stato un referendum in cui ha votato oltre il 70% della popolazione. Tuttavia, questa imponente influenza non ha incluso una grande fetta della popolazione italiana – le persone a cui è stato negato il diritto di voto esclusivamente in base al loro status di cittadinanza.
Questa negazione di ampia portata di un diritto civile fondamentale ha scatenato numerose richieste di riformare la legge italiana sulla cittadinanza. Di recente, la questione è tornata in cima all'agenda della Commissione Affari Costituzionali del Senato. Ora si spera che l'Italia faccia dei passi in avanti nel diventare inclusiva nei confronti di tutti i suoi abitanti.
La legge
La questione della cittadinanza italiana è disciplinata dalla legge n.91 del 1992. Tale legge stabilisce che la cittadinanza può essere ottenuta per nascita se uno dei genitori è un cittadino italiano o se si nasce in Italia da genitori sconosciuti o apolidi. La cittadinanza può anche essere acquisita in seguito per adozione o matrimonio con un cittadino italiano.
La disciplina è influenzata anche da numerosi decreti che presentano alcuni limiti e ambiguità per come sono formulati e applicati.
Quattro articoli disciplinano l'acquisizione di nazionalità, compreso il caso in cui è applicata una versione limitata del principio dello ius soli, che considera cittadino chi è nato nel territorio dello stato. C'è anche la possibilità di riconoscere la cittadinanza in base allo ius culturae, vincolato a requisiti di età e di istruzione.
Nonostante il fatto che la cittadinanza sia regolamentata da vari principi legali, non si riescono a chiarire determinate circostanze. Per esempio, viene attribuita ad un bambino con genitori che hanno un permesso di soggiorno o viene applicata prima della nascita? I bambini nati da genitori senza cittadinanza o permesso di soggiorno, possono ottenerla se completano l'istruzione scolastica in Italia? Occorre soddisfare alcuni requisiti economici per poter ottenere la cittadinanza?
Il movimento #Italianisenzacittadinanza
La campagna 'L'Italia sono anch'io' lanciata di recente dal movimento “#italianisenzacittadinanza” mette in evidenza l'esclusione degli “Italiani non italiani” dalle elezioni e la conseguente necessità di riformare la legge sulla cittadinanza in Italia.
La campagna è espressione della forza trainante che sta dietro al movimento per riportare alla ribalta il dibattito sulla legge di cittadinanza in Senato e finora ha avuto successo nel sensibilizzare sui temi in questione.
Riconoscere gli Italiani come Italiani
E' chiaro che una riforma della legge di cittadinanza in Italia è necessaria come base dei diritti civili democratici. E' necessario garantire il voto ad oltre un milione di Italiani, nati e cresciuti in Italia, ma che non sono ancora pienamente riconosciuti come Italiani.
Il governo italiano ha un impatto sulle vite di coloro che governa. Quindi, l'Italia deve cambiare la sua definizione di “cittadini” per includere tutti i residenti in Italia e garantire che nessuno subisca limitazioni.