Nel frattempo, le donne che partoriscono non sono ancora state poste al centro dell'attenzione dei servizi di assistenza sanitaria, come raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalla Federazione Internazionale di Ostetricia e Ginecologia. Questo emerge chiaramente sia dall'aumento del 40% dei cesarei programmati, sia dalle storie inquietanti di parti traumatici che molte donne hanno condiviso con l'associazione Rodilnitsa.
Per queste ragioni nel giugno 2015 è stato avviato un nuovo progetto con lo scopo di consolidare gli sforzi delle ONG che lavorano nel campo e migliorare i servizi forniti alle mamme e ai loro bambini. La “Strategia per una Campagna di Advocacy di Lungo Periodo per il Rispetto dei Diritti Umani e Civili nell'Assistenza Sanitaria Materna” è realizzata da Rodilnitsa e dalla Fondazione Genitori per i Genitori ed è finanziata dal Programma 2009-2014 per le ONG bulgare nell'ambito dei Fondi dell'Area Economica Europea.
Gli attivisti coinvolti nel progetto provengono da un ampio spettro di ONG, tra le quali l'Associazione Estestveno, l'Associazione Bulgara per il Sostegno alle Madri Lavoratrici, la Fondazione Papaveri per Maria, la Fondazione Amicizia, la Fondazione Bambini Prematuri, il Bulgarian Helsinki Committee, l'Associazione delle Ostetriche Bulgare e l'Associazione per il Sostegno all'Allattamento.
Verso un'assistenza migliore
Gli organizzatori di Rodilnitsa e della Fondazione Genitori per i Genitori chiedono un'assistenza accessibile e rispettosa che utilizzi metodi medici verificati e che rigetti le pratiche superate e pericolose. Un numero sempre maggiore di madri e famiglie in Bulgaria richiedono queste cure e ora ci sono più medici ed ospedali in grado di fornirle.
“L'obiettivo di questo progetto è tenere insieme tutte queste organizzazioni in modo che possano partecipare in maniera più efficace ai processi decisionali nell'assistenza sanitaria alla maternità ed assistere le autorità responsabili nel trattare i problemi riscontrati,” ha dichiarato Nelly Mutafova, vice-presidente di Rodilnitsa.
Miglena Delcheva, direttrice della Fondazione Genitori per i Genitori, considera fondamentale il settore ONG nel fornire assistenza:
"E' importante sottolineare i passi positivi che il Ministero della Salute ha fatto – come l'indagine avviata dall'Agenzia Esecutiva del Controllo Medico in alcuni reparti maternità nel paese. Tuttavia, è necessario mettere in evidenza le aree problematiche oltre alle buone intenzioni che non si riesce a realizzare. E' qui che il settore ONG viene in supporto al Ministero della Salute nell'imporre buone politiche di assistenza alla maternità sulla base di evidenze scientifiche e nel rispetto della madre e del bambino.”
L'avvocato Elena Ateva, membro del Consiglio di Amministrazione di Diritti Umani durante il Parto, ha spiegato che negli ultimi anni si è sviluppato un movimento globale per l'assistenza alla maternità di cui fanno parte vari esperti sulla questione – genitori, medici, ostetriche, attivisti, avvocati e politici.
Ha citato le recenti raccomandazioni della Federazione Internazionale di Ostetricia e Ginecologia, secondo le quali “ogni donna ha il diritto ad un'esperienza positiva del parto e a un'assistenza dignitosa e umana durante il parto. Ogni madre e ogni neonato dovrebbero essere protetti da interventi non necessari, da pratiche e procedure che non sono comprovate.”
Un inizio di dialogo
Inoltre, l'avvocato Daniela Fartunova del Bulgarian Helsinki Committee ha dichiarato, “La normativa sanitaria prevede che ogni donna incinta, durante il parto o che ha già partorito ha il diritto di accedere ai servizi che garantiscano a lei e al suo bambino condizioni di vita e di salute ottimali.”
Nonostante la legge, tuttavia, i diritti delle donne che partoriscono vengono sistematicamente violati, perché esistono veri meccanismi per la loro tutela. Il consenso informato della madre o il rifiuto vengono spesso ignorati dal team medico, così accade che la donna partorisca senza avere al suo fianco una persona vicina e che venga separata dal bambino nelle ore immediatamente successive alla nascita. Fartunova ha fatto riferimento alla Carta dei diritti universali delle donne incinta e partorienti e ha sottolineato il fatto che il progetto darà il via ad un dialogo tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni responsabili.