Vari inviati speciali del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU, a seguito delle segnalazioni da parte dell'ONG Rights International Spain (RIS), hanno espresso al governo spagnolo la loro totale disapprovazione del disegno di legge sulla Pubblica Sicurezza (noto come “legge bavaglio”), delle proposte di riforma del codice penale che limitano le libertà di espressione e assemblea e delle riforme che riguardano il reato di terrorismo. Tutte queste proposte sono al momento in discussione al Senato.
I rappresentanti che hanno espresso tali preoccupazioni allo Stato spagnolo sono Maina Kiai, inviato speciale per il diritto alla libertà di assemblea pacifica e associazione; David Kaye, inviato speciale per la promozione e protezione della libertà di opinione e di espressione; Ben Emmerson, inviato speciale per i diritti umani e la lotta al terrorismo e Michel Forst, inviato speciale sulla situazione degli attivisti per i diritti umani.
In un recente comunicato stampa questi esperti ONU spiegano come le riforme normative in questione “rischiano di violare i diritti fondamentali e le libertà degli individui.” Inoltre dichiarano di ritenere che “la Spagna adotterà tutte le misure necessarie per garantire che la legislazione nazionale sia conforme ai diritti fondamentali e alle libertà pubbliche nel rispetto degli standard internazionali.”
Espulsioni, torture e violenze
“I diritti a manifestare pacificamente e all'espressione collettiva di opinioni sono fondamentali per l'esistenza di una società libera e democratica,” hanno dichiarato gli inviati speciali. “Siamo preoccupati che queste proposte di riforma possano essere una risposta del governo e degli organismi legislativi alle manifestazioni pubbliche che ci sono state in Spagna negli ultimi anni.”
Il disegno di legge sulla Pubblica Sicurezza fa un riferimento esplicito allo status speciale di Ceuta e Melilla che “potrebbe consentire l'espulsione sommaria di persone che rischiano di essere sottoposte a tortura o altre forme di violenza, in contrasto con la normativa internazionale sui diritti umani,” spiegano gli esperti.
“Se consideriamo l'impatto che leggi come queste possono avere sui diritti e sulle libertà fondamentali, dovrebbero essere scritte con attenzione e non essere adottate frettolosamente,” concludono gli esperti.
RIS ha lavorato intensamente per scongiurare l'approvazione di questi disegni di legge, per via delle limitazioni illegittime ai diritti e alle libertà civili che esse implicano. Insieme a molte altre organizzazioni e gruppi, RIS si è rivolta a varie autorità (sia rappresentanti del governo che senatori e altri membri del parlamento) per chiedere che le riforme rispettino i principi sanciti dalla normativa internazionale sui diritti umani, ma non ha ricevuto risposta. E' stata quindi obbligata ad informare vari esperti ONU – molti dei quali oggi si sono rivolti alla Spagna – della portata pericolosa di queste riforme.
“Un passo importante”
Nello specifico, RIS si è rivolta agli inviati speciali in merito ai diritti di assemblea pacifica e di associazione per richiamare l'attenzione sulla riforma del codice penale e della Legge sulla Pubblica Sicurezza. Ha inoltre contattato l'inviato speciale per i diritti dei migranti per via della proposta, da parte del Partito Popolare, di un emendamento che legalizzerebbe le espulsioni sommarie. RIS ha anche contattato di recente l'inviato speciale per i diritti umani e la lotta al terrorismo per esprimere le proprie preoccupazioni in merito a varie iniziative legislative. Molte di queste sono contenute nell'elenco di interrogazioni che RIS ha contribuito a stilare e a cui la Spagna deve rispondere in occasione dell'ispezione prevista per quest'anno da parte del Comitato per i Diritti Umani dell'ONU.
Lydia Vicente, direttore esecutivo di RIS, ha espresso soddisfazione per il fatto che “l'ONU sostiene molte delle richieste fatte da RIS e da molte altre organizzazioni che difendono i diritti umani in Spagna, con le quali abbiamo lavorato a stretto contatto. Senza alcun dubbio, si tratta di un passo importante e speriamo che il governo e gli organismi legislativi tengano in considerazione queste osservazioni e ottemperino ai loro obblighi internazionali in tema di diritti umani.”