Technologie e Diritti

Paesi UE violano diritti dei sospettati di crimini con bisogni speciali

Molti paesi dell'Unione Europea non sono in grado di fornire un trattamento adeguato ai sospettati con bisogni speciali, inclusi quelli con disabilità.

by Civil Rights Defenders

Le carenze sono state censite da Civil Rights Defenders e RSMH nel corso di un’indagine a livello europeo.

La ricerca, che ha coinvolto giuristi e avvocati di nove paesi dell'UE al fine di mappare i quadri normativi specifici per le persone con esigenze particolari, indica che vi sono carenze da parte di tutti i paesi censiti.

Serve più sostegno?

Non esiste, per esempio, alcun metodo per determinare se una persona appartenga o meno a un gruppo particolarmente vulnerabile e pertanto se necessiti di ricevere un sostegno aggiuntivo nel corso dei procedimenti legali.

"È fondamentale poter identificare precocemente se una persona ha bisogno di un sostegno aggiuntivo, ad esempio a causa di un deficit intellettivo. Se non si sa se una persona è in grado di comprendere, allora non è possibile avere la certezza di un giusto processo", afferma Annika Åkerberg, avvocato per i diritti umani di Civil Rights Defenders.

Il fatto che la polizia non sia formata su come agire nella relazione con persone con disturbi mentali o disabilità è un’altra delle criticità identificate dall’indagine.

"Oggi leggi e regolamenti lasciano molto alla volontà e alla competenza del singolo poliziotto nel valutare l’eventuale bisogno di assistenza speciale", afferma Annika Åkerberg.

In generale, i paesi affermano che non esiste un sistema per la raccolta e la sistematizzazione delle informazioni relative alle necessità speciali del sospetto o dell'imputato. Anche se si è a conoscenza del fatto che una persona necessita di un sostegno aggiuntivo, il problema si verifica quando le informazioni devono essere trasmesse attraverso tutte le fasi del procedimento legale.

"I gruppi particolarmente vulnerabili sono soggetti alle stesse leggi e alle stesse regole di altre persone, ma per questi gruppi potrebbe essere necessario una maggior tutela dei loro diritti. Anche se sulla carta i sistemi di tutela esistono, questi potrebbero non funzionare nella pratica e sono queste le lacune che stiamo cercando, "dice Åkerberg.

Come risolvere queste mancanze?

"Ora sappiamo che questi problemi esistono e il passo successivo è capire come risolverli. E' un tema su cui dobbiamo “immergerci” in prima persona e indagare ulteriormente. Ma c’è ancora molto da fare prima che a tutti sia garantito un processo giusto”dice Annika Åkerberg.

La ricerca in breve

L'indagine è stata svolta nel giugno del 2017 attraverso l'organizzazione per i diritti umani Fair Trials, che ha una vasta rete di avvocati, giuristi e organizzazioni che lavorano sul tema della certezza del diritto. L'obiettivo della ricerca era individuare come ciascun paese risponda alle raccomandazioni della Commissione Europea sulle garanzie procedurali per i sospetti di reato o per gli imputati con bisogni speciali. Le raccomandazioni stabiliscono che siano rispettati i diritti delle persone che - a causa di età, salute mentale, condizioni fisiche, abilità cognitive o simili - abbiano una limitata capacità di comprendere i propri diritti e le conseguenze delle proprie azioni.

Paesi coinvolti: Bulgaria, Finlandia, Grecia, Italia, Lituania, Romania, Repubblica Slovacca, Spagna, Repubblica Ceca. Paese di confronto: Svezia

Per saperne di più:

La Svezia viola i diritti dei sospettati con bisogni speciali

Civil Right Defenders chiede i danni causati dalle lacune nei procedimenti legali

Il rapporto ombra di Civil Rights Defenders e RSMH su come la Svezia ha soddisfatto le raccomandazioni della Commissione Europea sui diritti processuali per gruppi particolarmente vulnerabili.

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