La coerenza politica non è tra i punti di forza dei politici europei quando i valori vengono calati sulla realtà. I rappresentanti del partito ungherese al potere Fidesz fanno parte dei 456 parlamentari europei che nel 2015 hanno approvato una risoluzione sulla situazione dei Diritti Umani nell'UE.
L'UE deve “dare l'esempio”
Il testo chiede esplicitamente agli stati membri di “evitare di instillare paura e odio tra i propri cittadini verso migranti e richiedenti asilo a fini di consenso politico.” Tutto questo quando il governo ungherese ha speso quasi 44.7 milioni di euro per una campagna di odio anti-migranti, inondando il paese con manifesti xenofobi nel periodo precedente al referendum sulle quote di migranti.
E non si tratta dell'unico governo all'interno dell'Unione Europea ad agire sistematicamente in maniera contraria ai comuni valori democratici.
"L'Unione Europea non deve affrontare solo problemi sociali, giuridici ed economici. L'UE deve anche affrontare la questione dei diritti fondamentali e in questo senso dovrebbe are l'esempio,” ha dichiarato il relatore del rapporto, József Nagy (EPP, Slovacchia).
Gli eurodeputati esprimono preoccupazione per i “crescenti livelli di discorsi di odio da parte di alcune istituzioni, partiti politici e media” e si aspettano che l'Unione Europea sia un esempio di contrasto ai discorsi di odio.
Campagne di informazione positive
Il documento chiedei ai governi di prevenire la radicalizzazione e l'estremismo violento attraverso la realizzazione di campagne di informazione che aiutino i cittadini a considerare l'integrazione in maniera più positiva e fondata sui “valori europei, la tolleranza e un senso di comunità, senza stigmatizzazioni.”
Tra i suggerimenti concreti, il documento, legalmente non vincolante, pone le seguenti questioni:
- citando un rapporto di Europol secondo il quale almeno 10,000 rifugiati e migranti minori non accompagnati sono scomparsi nell'Ue lo scorso anno, il documento chiede agli stati di registrare e identificare i bambini in maniera adeguata alla loro età per prevenire la loro scomparsa.
- La richiesta a Europol e Eurojust di dedicare risorse adeguate per identificare le vittime, combattere le reti di abusanti e accelerare il ritiro di materiale pedo-pornografico quando si tratta di proteggere i bambini dallo sfruttamento sessuale in rete, la pornografia minorile o il cyber-bullismo.
- In una nota separata il rapporto chiede una tutela più incisiva delle persone LGBTI, sottolineando che i diritti fondamentali spesso vengono violati in vari paesi UE.
- Quando si tratta di pensare a politiche efficaci, il rapporto reitera la richiesta del Parlamento Europeo di creare da ottobre 2016 un meccanismo UE per monitorare annualmente la situazione della democrazia, dello stato di diritto e dei diritti fondamentali negli stati membri UE.
- Infine, gli eurodeputati chiedono una discussione più estesa sui compiti e le attività dell'Agenzia UE per i Diritti Fondamentali, cercando di evidenziare l'importante lavoro che essa svolge nel fornire expertise alle istituzioni europee e agli stati membri UE sulle libertà dei cittadini europei.
- Il rapporto critica i governi per la loro inerzia quando si tratta di proteggere le comunità rom, sulla base delle conclusioni pesantissime di un rapporto dell'Agenzia per i Diritti Fondamentali UE.
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