Democrazia e Giustizia

Perché dovremmo fermare la Detenzione amministrativa dei migranti?

Nonostante le prove dei suoi effetti devastanti e nonostante il gran numero di misure alternative esistenti, la detenzione amministrativa dei migranti si sta diffondendo in tutta Europa.

by Jascha Galaski
Detenzione amministrativa non viene usata come dovrebbe: in extrema ratio. (Image: Takver/Flickr - CC)

Nonostante le prove dei suoi effetti devastanti, l’esistenza di numerose misure alternative e il fatto che le norme dell'UE affermino che la privazione della libertà sia davvero uno strumento adottato solo in extrema ratio, la detenzione amministrativa dei migranti si sta diffondendo in tutta l’Europa. L'incapacità di far fronte al numero di arrivi dei migranti, un numero che è senza precedenti nella contemporaneità, ha portato molti Stati membri europei a privare arbitrariamente le persone della loro libertà per la durata del loro iter di richiesta d’asilo e ad approvare leggi più severe sulla detenzione amministrativa.

All'inizio del 2018, la Francia, ad esempio, ha esteso la durata massima della detenzione amministrativa da 45 a 90 giorni, inoltre non ha fatto nulla per vietare la detenzione amministrativa di minori non accompagnati, nonostante le veementi richieste di diverse organizzazioni internazionali per i diritti umani. In Croazia una nuova legge ha limitato l’accesso degli avvocati e dei membri delle ONG ai centri di detenzione.

Questo atteggiamento politico ha durissime conseguenze sul rispetto della dignità umana. Essere rinchiusi nei centri è già molto traumatico e incide gravemente sulla dignità, distruggendo le persone recluse sia fisicamente che psicologicamente, specialmente quando affrontano metodi di detenzione amministrativa abusivi. In Ungheria, ad esempio, le autorità negano il cibo ai richiedenti asilo per diversi giorni in modo da spingerli a lasciare il paese.

In teoria, la detenzione amministrativa rappresenta uno strumento per la gestione dell’immigrazione irregolare. Viene utilizzato per i controlli di identità, salute e sicurezza e per trattenere i cittadini stranieri sprovvisti di documenti durante la valutazione della loro domanda. La detenzione amministrativa è spesso anche un “precursore” della deportazione. Inoltre, i governi stanno usando la detenzione amministrativa come strumento politico per dare alla popolazione un senso di sicurezza e per scoraggiare i futuri flussi migratori, nonostante ci siano le prove che la stessa non si è rivelata un efficace deterrente.

Misure alternative alla detenzione amministrativa

Ci sono diverse misure alternative alla detenzione amministrativa (ATD the European Alternatives to Detention Network) disponibili per le autorità, alcune delle quali sono migliori di altre (clicca qui per saperne di più). In generale, le misure alternative possono essere raggruppate in due categorie: misure basate sull’applicazione della legge e misure basate sul maggiore coinvolgimento del migrante, che chiameremo “misure pro-attive”.

Misure alternative basate sull’applicazione della legge, come l’obbligo di firma, il monitoraggio elettronico o la consegna di documenti, attività che facilitano la localizzazione delle persone e il controllo, ma non vanno a privare l’individuo della libertà personale pur incidendo su questa. L’obbligo di firma, ad esempio, viene utilizzato abbastanza spesso perché è semplice da applicare e non richiede la predisposizione di grandi infrastrutture. Tuttavia, questi obblighi di segnalazione possono limitare la libertà di movimento delle persone e aumentare la loro ansia e la paura di essere deportati, specialmente quando queste attività hanno luogo nelle stazioni di polizia.

Misure alternative “pro-attive”, che coinvolgono il migrante che attende l’esito della richiesta di asilo o il riconoscimento possono rivelarsi positive. I migranti ricevono così più sostegno e assistenza e vengono regolarmente informati sui progressi della loro domanda, il che aiuta a creare fiducia tra richiedenti asilo e autorità. Le persone che sentono di essere state sottoposte a una giusta procedura per la richiesta d’asilo e che ne conoscono i progressi, sono più propense a rispettare le regole e ad accettare decisioni negative sul loro status, riducendo così il rischio di fuga.

Nel 2008, le autorità belghe hanno sperimentato le strutture unifamiliari aperte, denominate ‘case del ritorno’ per le famiglie in attesa di espulsione. Alle famiglie è stato permesso di uscire dalle strutture, andare a scuola, partecipare a cerimonie religiose o andare al supermercato. Tuttavia, nonostante i risultati promettenti con un tasso di adesione compreso tra il 70-80% e una spesa ridotta della metà del costo previsto invece dalla detenzione per persona, il Belgio ha concluso l'esperimento nel 2014. Ad oggi in Belgio i minori sono detenuti in centri chiusi. Una petizione è stata lanciata per porre fine a questa pratica.

L’aspetto più efficace di una misura alternativa “pro-attiva” riguarda il lavoro degli assistenti sociali, che trascorrono del tempo con i richiedenti asilo per assicurarsi di avere accesso all'assistenza legale e alle informazioni. Questo approccio, chiamato “case management”, consente agli assistenti sociali di costruire relazioni tra richiedenti asilo, autorità e comunità e di lavorare con gli individui sui problemi e sulla loro soluzione, per trovare soluzioni permanenti o almeno temporanee, adattate ai bisogni del singolo. Le valutazioni intermedie di tre progetti pilota della International Detention Coalition (IDC), un gruppo di ONG europee con sede in Bulgaria, Cipro e Polonia hanno concluso che il 97% dei partecipanti è rimasto impegnato nella procedura d’asilo.

Benefici delle misure alternative alla detenzione amministrativa

Le misure alternative offrono una vasta gamma di vantaggi. In primo luogo, queste misure sono più umane. Non solo rispettano la dignità dei migranti e garantiscono il loro benessere, soprattutto quello di bambini e altri gruppi vulnerabili, ma li aiutano - una volta ottenuto lo status - sia per la loro integrazione nella società ospitante che per l’eventuale ritorno in caso di rifiuto.

In secondo luogo, le misure alternative sono più efficaci e generano tassi di adesione molto più elevati rispetto alla detenzione amministrativa, poiché gli individui sono trattati con rispetto e ricevono un trattamento adeguato che rispetta gli standard di vita, il che aumenta la loro volontà di cooperare con le autorità.

Infine, le misure alternative sono più economiche. Secondo l'IDC (International Data Corporation), le misure possono arrivare a costare fino all'80% in meno a causa dei ridotti costi di gestione e di un tasso di ritorno volontario più elevato, che è meno costoso delle espulsioni. Secondo le stime del Servizio di ricerca del Parlamentare europeo, il gruppo di esperti ha stimato il costo medio giornaliero della detenzione a €135 a persona per richiedente asilo, rispetto ai €34 a persona nei centri di accoglienza.

La detenzione arbitraria non ha posto in una società democratica

Il diritto alla libertà e il diritto alla protezione contro la detenzione arbitraria sono diritti umani fondamentali. Sono stati inclusi nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e si applicano a tutti gli esseri umani, indipendentemente dal loro status legale.

Anche quando la detenzione è legale, dovrebbe essere uno strumento adottato come extrema ratio. Quando non sono disponibili altre opzioni, i centri di detenzione amministrativa devono comunque rispettare gli standard minimi dell'UE e i diritti fondamentali, come l'accesso all'assistenza legale e alle cure mediche. È inoltre necessaria una monitoraggio regolare per garantire che tali diritti siano rispettati.

Anziché aumentare l'uso della detenzione amministrativa, i governi dovrebbero testare progetti pilota e accrescere la cooperazione con la società civile. Le organizzazioni, che hanno colmato il vuoto lasciato dalle autorità nel fornire assistenza ai detenuti, hanno accumulato esperienza e comprendono il contesto regionale, la diversità e la complessità delle persone interessate.

Ancora più importante, i governi devono vietare la detenzione di persone in situazioni vulnerabili, compresi i bambini (una nota positiva: il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per porre fine a questa pratica nel maggio 2018), anziani, persone con esigenze mediche, donne incinte e vittime della tratta di esseri umani. Queste popolazioni devono essere protette e in nessuna circostanza devono essere detenute.

Nonostante i suoi ovvi benefici, l'uso di misure alternative alla detenzione amministrativa è molto limitato perché sono percepite come troppo astratte. Sono disponibili opzioni promettenti che eviterebbero di privare gli innocenti della loro libertà e farebbero risparmiare tanti soldi dei contribuenti. Sarebbe bello usarli di più.

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