Jan Kuciak era un giornalista d'inchiesta che lavorava per il sito d'informazione slovacco Aktuality.sk. Il 21 febbraio 2018 è stato ucciso insieme alla sua compagna nella sua casa fuori Bratislava.
La polizia, che ha scoperto i corpi il 25 febbraio, ha dichiarato che gli omicidi sono probabilmente collegati al lavoro di Kuciak. Il giornalista si era occupato di casi di frode e al momento della sua morte stava lavorando a una faccenda che vedeva il coinvolgimento di uomini d'affari legati al partito al governo in Slovacchia e altri politici del paese.
Trattenuta e interrogata
Il 15 maggio 2018, l'Agenzia nazionale contro il crimine slovacca ha sequestrato il cellulare della giornalista d'inchiesta Pavla Holcova, che lavora per il Czech Center for Investigative Reporting.
Pavla, che stava lavorando insieme a Jan Kuciak e all'IRPI del progetto The Organized Crime and Corruption Reporting Project (OCCRP) quando Kuciak è stato ucciso, è stata convocata per quello che pensava fosse un colloquio informale per contribuire alle indagini sull'omicidio del suo collega.
Tuttavia, la polizia l'ha trattenuta e interrogata per oltre otto ore. L'interrogatorio è andato ben oltre il perimetro tematico dell'inchiesta sull'omicidio, poiché la polizia ha fatto commenti che insinuavano che la storia professionale di Pavla fosse “sempre contro il sistema”.
Inoltre, le autorità avevano già ottenuto il mandato del procuratore di sequestrare il telefono di Pavla, il che dimostra che questa era la loro intenzione fin dall'inizio.
Cosa c'è sul tuo telefono?
La polizia slovacca era infatti più interessata alla denuncia da parte di Pavla dell'omicidio, alle comunicazioni private tra Pavla e i suoi partner, al modo in cui altri media hanno trattato la questione e ad altre informazioni non pertinenti alle indagini.
La polizia poi ha chiesto a Pavla il suo telefono e le ha prospettato una multa di 1,650 euro se si fosse rifiutata di cooperare.
Pavla ha così mostrato volontariamente alla polizia alcuni messaggi e detto che avrebbe inviato loro tutte le conversazioni con Jan Kuciak. A questo proposito, la polizia ha risposto che non era interessata alle loro conversazioni ma che voleva i messaggi che Pavla aveva registrato dopo l'omicidio.
A questo punto, tre poliziotti sono entrati nella stanza con un'unità mobile forense e hanno provato a scaricare le informazioni dal telefono di Pavla. Dopo questo tentativo fallito, la polizia ha fatto pressioni su Pavla affinché consegnasse il telefono.
Il suo cellulare non conteneva alcuna informazione rilevante per le indagini che l'OCCRP non avesse già fornito volontariamente alle autorità slovacche.
Appello per la giustizia
Con il secondo omicidio di un giornalista in Europa in meno di sei mesi, è evidente che serve un'azione urgente per garantire protezione alla società civile nell'esercizio dei diritti fondamentali.
Il diritto di accesso all'informazione è uno strumento essenziale per combattere la corruzione, per indagare sulle violazioni di diritti umani e per la protezione dello stato di diritto.
Condanniamo qualunque azione compiuta da autorità pubbliche che metta in pericolo chi esercita questo diritto.
Supportiamo quindi l'OCCRP e l'IRPI nel chiedere alla polizia slovacca di restituire il telefono a Pavla. L'operato dell'Agenzia Nazionale contro il Crimine è ostile e sembra voler avviare un'indagine sui giornalisti e non sull'omicidio di Jan Kuciak. Se questo può verificarsi nei regimi autocratici, non appartiene all'Europa.
Fonte: https://www.occrp.org/en/62-press-releases/8084-sl... and https://irpi.eu/en/slovak-police-must-return-seize...