La Fondanzione Helsinki per i Diritti Umani (HFHR) ha ottenuto il diritto a ricevere informazioni sulla comunicazione e cooperazione tra l'Agenzia per la Sicurezza Interna Polacca (ABW) e la sua controparte americana, l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale (NSA). Lo scorso anno, HFHR si è unita ad Amnesty International Polonia e alla Fondazione Panopticon nel porre 100 domande alle autorità sui legami tra ABW e PRISM, il programma di sicurezza gestito attraverso l'NSA e reso pubblico da Edward Snowden, a seguito della circolazione di rapporti dei media sulla cooperazione tra le due organizzazioni.
Le richieste di informazioni dall'HFHR sono rimaste inascoltate, così si è arrivati ad una causa legale. Le informazioni richieste sono particolarmente importanti ora, nel bel mezzo della crescente constatazione che i programmi dell'NSA sono più ampi e più connessi con i partner europei di quanto previsto. La causa legale dell'HFHR è servita anche come barometro di quanto un paese democratico sia in grado di controllare i propri servizi segreti.
Con la sua decisione, il Tribunale Amministrativo Voivodeship di Varsavia ha ribadito che la Costituzione polacca garantisce ai cittadini il diritto all'informazione riguardo alle attività delle autorità pubbliche, inclusa l'ABW. Inoltre, il giudice ha argomentato che lo scambio di queste informazioni è essenziale per costruire una società civile forte e un sistema democratico più trasparente, e che nessun interesse per la sicurezza nazionale può soffocare l'informazione.
"Il Tribunale ha sottolineato che le informazioni sull'esistenza di accordi tra l'Agenzia per la Sicurezza Interna e l'Agenzia per la Sicurezza Nazionale è un'informazione pubblica, quindi dovrebbe essere trasmessa all'HFHR", ha detto Adam Bodnar, vice-presidente dell'HFHR.
Se gli obiettivi globali della relazione tra ABW e NSA non sono ancora chiari, questa decisione rappresenta un importante passo nel rendere la questione trasparente. Essa evidenzia inoltre il fatto che i servizi segreti non possono più celarsi dietro vecchi statuti o argomentazioni sulla sicurezza nazionale per rifiutarsi di condividere le informazioni sulle loro attività.
"Nell'opinione della Corte, ad un cittadino dovrebbe essere fornita una ragione specifica per un rifiuto e su quella base dovrebbe essere possibile identificare la correlazione tra il fornire certe informazioni e il danno alla sicurezza nazionale", ha detto Katarzyna Wiśniewska, avvocato dell'HFHR.
