Il premio CILD per i Diritti Umani - Coalizione Italiana per le Libertà e i Diritti civili, giunto alla sua terza edizione, viene assegnato a persone che si sono distinte nell'anno per aver promosso e protetto le libertà civili e per aver contribuito alla diffusione dei diritti umani in Italia. Il premio intende anche rafforzare l'idea che il rispetto dei diritti umani sia un fattore essenziale in una democrazia.
Nelle precedenti edizioni, il premio è stato attribuito a varie figure appartenenti alla società civile italiana (vedi i precedenti post per un elenco). A questi aggiungiamo i vincitori di quest'anno, che hanno ricevuto i premi a Roma lo scorso mese durante una cerimonia che si è tenuta nella Biblioteca Interculturale Cittadini del Mondo, un importante e virtuoso esempio di integrazione nella città.
Ecco i nostri eroi dei diritti umani!
Wajahat Abbas Kazmi (Giovane Attivista): Wajahat Abbas Kazmi è un attivista e regista pakistano che ormai da molti anni vive e lavora in Italia. Partecipando a numerosi Pride si può incontrare con il suo cartello rainbow con scritto “Allah Loves Equality”. È questo un progetto che vuole sfidare gli integralismi del nostro tempo raccontando, attraverso un documentario, le discriminazioni contro le persone LGBT che vivono in Pakistan, uno degli stati più omofobi al mondo. Dando voce a queste persone attraverso i suoi viaggi in quel paese, ma raccogliendo anche quelle dei tanti credenti musulmani che sfidano ogni giorno intolleranza e fanatismo religioso, Wajahat Abbas sta dando un importante contributo all’affermazione dei diritti delle persone LGBT musulmane promuovendo interpretazione non omotransfobiche delle fonti islamiche, quali Corano e Sunnah.
Franco Lorenzoni (Dipendente Pubblico): Franco Lorenzoni è un maestro elementare che insegna a Giove in Umbria. Nel 1980 ha fondato l’Associazione Cenci Casa-Laboratorio. Di fronte all’impasse parlamentare ha lanciato – insieme a numerosi insegnanti – una campagna per l’approvazione dello Ius Soli e Ius Culturae, attraverso un appello a scioperare a staffetta. «Abbiamo in classe cittadini che non saranno mai cittadini, ed è arrivato il momento di schierarsi», queste le parole di Lorenzoni che, ha parlato dell’iniziativa – a cui avevano aderito oltre 800 docenti – al Senato insieme al presidente della Commissione Straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani Luigi Manconi, che l’ha rilanciata chiedendo ad altri parlamentari di unirsi al digiuno.
Fabio Anselmo (Avvocato): Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini, Davide Bifolco, Denis Bergamini. Questi sono solo alcune delle persone i cui casi processuali sono stati seguiti o sono attualmente seguiti dall’avvocato Fabio Anselmo. Il filo conduttore che li lega è spesso lo stesso: sono processi che vedono imputate le forze dell’ordine, mettendone sotto accusa gli abusi. Grazie alla sue grandi capacità legali – accompagnate anche dalla capacità di far uscire i casi dalle aule dei tribunali, arrivando a farli conoscere all’opinione pubblica – Fabio Anselmo è riuscito a scalfire il muro di omertà che spesso accompagna i reati compiuti da organi dello Stato riuscendo a far emergere, anche a distanza di anni, la verità sui fatti.
Alessandro Leogrande (Giornalista): Alessandro Leogrande con la sua scrittura, accompagnata dalla sua passione civile e sociale, ha avuto il merito di raccontare molti dei temi principali del nostro tempo: dal dramma dei migranti, al caporalato, alle torture e le sparizione forzate di migliaia di persone durante le dittature sudamericane. Lo ha fatto con i suoi, molti, articoli apparsi su diversi giornali e riviste, e anche con la pubblicazione di alcuni libri. E lo ha fatto spesso quando questi temi non avevano ancora tutta la copertura che, nel bene e nel male, hanno ricevuto in questi ultimi tempi. Alessandro è recentemente scomparso lasciando questo grande bagaglio di idee, racconti e analisi a tutti coloro che di questi temi si occupano.
Giulio Siamo Noi (Media): Il 27 gennaio 2015 Giulio Regeni scomparve al Cairo. Il suo corpo senza vita fu trovato pochi giorni dopo. Evidenti erano i segni delle torture. Da quel momento, in tutta Italia, in tanto hanno iniziato a chiedere “Verità per Giulio Regeni” al fianco della famiglia del giovane ricercatore. Tra questi su twitter è nato l’account collettivo “Giulio Siamo Noi” che, a distanza di quasi due anni, continua a tenere alta la pressione sulle istituzioni italiane affinché non si fermi l’attività investigativa e politica per giungere all’individuazione dei colpevoli. Inoltre questo collettivo ha lanciato iniziative e mobilitazioni, tra le quali si ricorda la richiesta a musicisti e attori di indossare dei braccialetti gialli durante il Festival di Sanremo, la Mostra Internazionale del Cinema di Venezia e i David di Donatello. Infine nel tempo l’account del collettivo è diventato un punto di riferimento per avere notizie sulle violazioni dei diritti umani che avvengono in particolare in Egitto dove numerosi giornalisti, avvocati e attivisti sono scomparsi o incarcerati.
Manlio Milani (Carriera): Manlio Milani era in piazza della Loggia il 28 maggio 1974 quando una bomba esplose durante una manifestazione contro la violenza neofascista uccidendo 8 persone, tra cui la moglie. Da allora ha dedicato le sue energie alla richiesta di verità e giustizia per quanto accaduto, divenendo presidente dell’Associazione familiari dei caduti di Piazza Loggia e partecipando alla fondazione dell’Unione familiari vittime stragi. Nel 2000 ha fondato inoltre con Comune e Provincia di Brescia la Casa della Memoria, centro di documentazione sulla strage bresciana e la violenza terroristica, neofascista in particolare.Lo scorso mese di giugno sono arrivate le condanne definitive che hanno riconosciuto i colpevoli della strage.
Damiano Tommasi, Manila Flamini, Giorgio Minisini (Sportivo): Damiano Tommasi, da presidente dell’Associazione Italiana Calciatori si è più volte distinto per il suo impegno sul fronte dell’integrazione riconoscendo il valore che lo sport in generale e il calcio in particolare possono ricoprire in questo senso.Lo ha fatto anche partecipando ad iniziative promosse da squadre di calcio che dell’impegno verso l’integrazione dei migranti fanno la loro ragione fondativa come Atletico Diritti e Liberi Nantes.
Con l’esercizio “A scream from Lampedusa”, dedicato al dramma dei migranti morti nel Mediterraneo, il duo composto da Manlia Flamini e Giorgio Minisini ha conquistato la medaglia d’oro nel duo tecnico misto ai mondiali di nuoto Budapest. Una scelta controcorrente la loro rispetto al sentimento di intolleranza verso i migranti e di indifferenza verso le stragi in mare dove migliaia di persone perdono la vita, che gli è anche costato l’attacco da parte di alcuni rappresentanti istituzionali e politici italiani, ma che ha dimostrato la sensibilità del duo verso questo grande dramma del nostro tempo.