Pressione politica
Alla protesta hanno partecipato anche il parlamentare Angel Dzhambazki e il leader di VMRO, Krasimir Karakachanov. I manifestanti hanno fatto irruzione nella riunione in corso e sono rimasti fino alla fine, nel tentativo di intimidire i membri del CEM, sventolando sulle loro teste striscioni dai contenuti offensivi e ostacolando il loro lavoro davanti alle telecamere.
Il Bulgarian Helsinki Committee (BHC) non aveva mai assistito a una tale paralisi del lavoro dell'ente, che è considerato un controllore indipendente dei media. E' totalmente inaccettabile che il CEM operi sotto dettatura di questo partito filo-governativo dalle tendenze neo-totalitarie, anziché tenere in considerazione gli interessi e i diritti di tutte le minoranze e degli standard internazionali per la tutela della libertà di parola. A quanto pare, la pressione politica esercitata dai rappresentanti di un partito esplicitamente xenofobico e contro le minoranze, sostenuto da chi è al potere, potrebbe impedire al CEM di farlo.
Protesta o persecuzione?
BHC difende il diritto di protesta di tutti i cittadini bulgari. Tuttavia, questo non può valere per una protesta che è in se stessa persecuzione e un tentativo di intimidire e interferire con il lavoro di un organismo indipendente in maniera inaccettabile.
BHC invita i media e le ONG che si occupano di libertà di espressione e di diritti umani sia in Bulgaria che all'estero di condannare questa pressione senza precedenti, prima che queste azioni vengano banalizzate.
BHC invita inoltre le autorità bulgare a prevenire le pressioni da parte di gruppi filo-governativi sul controllore dei media. La polizia dovrebbe realizzare il proprio compito di assicurare il funzionamento indipendente e lo svolgimento ordinato delle sedute del CEM.